“La certezza della scadenza del termine del 15 marzo per l’approvazione dei Bilanci di previsione, considerata la mancata concessione di ulteriori proroghe, apre, per numerosissimi Comuni siciliani, una fase di seria compromissione dell’azione amministrativa anche rispetto a scelte fondamentali sulla spesa, come l’accesso a fonti di investimento o l’assunzione e la stabilizzazione del personale”. Lo sottolineano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.
“In questo – proseguono – emerge ancora una volta un aspetto di una più complessiva ‘anomalia siciliana’ che caratterizza le autonomie locali e vede un sostanziale disinteresse da parte delle Istituzioni regionali e nazionali e, probabilmente, anche un limite nell’attuale sistema di rappresentanza istituzionale”
Ogni anno sono numerosissimi i Comuni dell’Isola che non approvano gli strumenti finanziari nei termini previsti. Questo porta alla nomina di commissari da parte della Regione, senza che – secondo ANCI Sicilia – mai venga affrontato il problema sostanziale.
A ciò si aggiunge la difficoltà di approvazione dei PEF (Piano Economico Finanziario) sui rifiuti, considerando i costi elevati e la mancata compensazione dei 45 milioni destinati agli extra costi. Anche per ciò che attiene all’energia elettrica il meccanismo della cosìddetta “salvaguarda” costringe i Comuni a pagare un prezzo per tre volte superiore rispetto a ciò che avviene in altre regioni d’Italia, aggiungono Amenta e Alvano.
Per questi motivi l’associazione dei Comuni chiede l’istituzione di un Tavolo istituzionale in seno alla Conferenza Stato-città e Autonomie locali. “La concentrazione di così tante crisi finanziarie, quasi un terzo dei Comuni è interessato, in una regione ad autonomia speciale – concludono i vertici di ANCI Sicilia – è il segnale di una crisi di sistema che investe i rapporti finanziari tra Stato, Regione Siciliana ed Enti locali e che vede nella riscossione dei tributi locali e nel rispetto di istituti dell’armonizzazione contabile (come il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità – FCDE) il punto di caduta di una condizione di debolezza sul piano organizzativo e sul piano socio-economico”.