Si è svolta sabato scorso la scopertura dell’opera che entra a far parte della collezione permanente di Arte contemporanea del Museo San Rocco di Trapani. Erano presenti Giancarlo Caruso, della sezione trapanese dell’Associazione nazionale Magistrati, e Susanna Scaduto, in rappresentanza dell’associazione Libera.
«L’icona pop di Giovanni Falcone – spiega il direttore monsignor Liborio Palmeri – è stata volutamente collocata al primo piano del Museo San Rocco. Innanzitutto perché è un luogo normalmente attraversato da migliaia di giovani che passano durante l’anno per il Museo; poi perché si trova nella parte della cosiddetta “didattica del silenzio” perché gli spazi invitano alla meditazione e alla contemplazione. Ma il motivo più importante è un altro – ha sottolineato Palmeri – nello stesso spazio sacro, a poca distanza dall’immagine di Falcone, si trovano antiche icone bizantine con la rappresentazione dei santi cristiani e della loro testimonianza. Noi vediamo una stretta relazione tra l’icona bizantina e la pop art del Novecento. Per certi versi le icone bizantine erano la pop arte della loro epoca, esse basano infatti, prima che fosse inventata la serialità iconografica della serigrafia, basano la loro forza sulla ripetizione. L’icona di Cristo, della Vergine o di un santo presenta sempre gli stessi stilemi, esattamente come fa l’icona pop. Può sorprendere, ma proprio il primo protagonista assoluto della PopArt degli anni Sessanta, Andy Warhol, era di madre cattolico-bizantina, che, devotissima, ha sicuramente trasmesso al figlio il linguaggio spirituale delle icone. E Warhol, sebbene immortali icone di bellezza, come Marilyn Monroe o Liz Taylor, lo fa per sottolineare piuttosto la loro caducità, il loro effimero passaggio. Dunque, in qualche modo, l’icona di Giovanni Falcone, corrisponde a questo messaggio, ovviamente con un linguaggio adatto molto ai ragazzi, tratto dal fumetto e dall’uso dei media. Collocato in quel punto, dunque, Giovanni Falcone viene accostato a coloro che per la loro fede hanno ricevuto il martirio. Egli rappresenta una ‘santità laica’ che dovrebbe appartenere a tutti, credenti e non credenti, basata sui valori della Giustizia e della Verità». Ricordare, sì, ma per educare!».