Recuperare materie prime critiche – come magnesio, litio, rubidio e altri elementi in tracce – dalle salamoie di scarto delle saline trapanesi e del bacino del Mediterraneo. Questo il risultato del progetto di ricerca europeo “SEArcularMINE” coordinato dall’Università degli Studi di Palermo, presentato lo scorso 17 maggio al Polo Territoriale Universitario di Trapani.
“Questa iniziativa – ha spiegato Andrea Cipollina, docente del Dipartimento di Ingegneria e Responsabile scientifico del progetto – rappresenta il momento conclusivo di SEArcularMINE, progetto iniziato nel 2020 e che ha portato allo sviluppo di un processo integrato e innovativo mirato a recuperare materie prime dalle salamoie di scarto delle saline. Al centro di tutto c’è l’estrazione dalle salamoie esauste delle saline che, alla fine del processo produttivo, risultano come prodotto di scarto – prosegue Cipollina – . Normalmente vengono messe da parte e si rimuove la salamoia, di colore rosa, che poi viene diluita nuovamente con acqua di mare e dispersa nelle altre vasche o buttata in mare, mentre, così, viene riutilizzata.
Il processo di evaporazione dentro le vasche fa concentrare alcuni elementi fino a 30 volte in più rispetto a quanto avviene con l’acqua di mare, come con il magnesio che passa da una concentrazione di un grammo per litro nell’acqua di mare fino a 50 grammi per litro nelle salamoie. Chiaro, a questo punto, che con un metro cubo di salamoia si possono produrre anche 50 chili di magnesio, con un grande valore non solo economico ma anche strategico per l’economia europea. Ci sono, quindi, ragioni geopolitiche che portano l’Europa a cercare nuove fonti per questa materia prima”.
L’estrazione sostenibile di metalli preziosi dalle saline di Trapani e di altri luoghi e la loro commercializzazione, quindi, potranno contribuire a rendere l’Italia e l’Europa indipendenti da Cina e Russia per il loro approvvigionamento. Sono questi due Stati i primi produttori di metalli fondamentali per le nuove tecnologie. Ad esempio, il litio, che è presente per il 3% nei cellulari e il 30% nei computer.
Il risultato finale di SEArcularMINE si è concretizzato nella realizzazione di un impianto pilota, installato negli spazi dell’ex Cantina sociale di Trapani. Tale impianto, primo al mondo con queste caratteristiche, sarà alimentato solamente da acqua “madre” delle Saline di Trapani e Paceco, ovvero dalla soluzione salina che rimane alla fine del processo di cristallizzazione del sale, e rappresenta un esempio virtuoso di perfetta circolarità in cui nessuno scarto viene prodotto ma tutto è trasformato in materie prime.
Durante l’incontro a Trapani sono state discusse le prospettive future e le opportunità di sviluppo industriale del territorio siciliano, con l’ambizione di renderlo primo hub industriale di queste tecnologie, da esportare poi all’intero bacino del Mediterraneo.
Il progetto SEArcularMINE è finanziato con 5,8 milioni di euro nell’ambito del programma “Horizon 2020” e coinvolge 12 partner tra cui le aziende trapanesi Sosalt e Resourseas, il Gruppo Suez, Istituti di ricerca e aziende di nove Paesi Europei e del bacino del Mediterraneo.