Solarium Levanzo, Ciminnisi (M5S): “Bene annullamento concessione demaniale, ora la Procura vada in fondo alla vicenda”

"Necessarim accertare cosa è successo e se il solarium sia l’unica violenza ambientale accaduta sull'isola"

«L’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha preso l’unica decisione possibile, e bene ha fatto annullando la concessione demaniale per il solarium in fase di realizzazione sulla scogliera prospiciente il porto di Levanzo». Così la deputata trapanese Cristina Ciminnisi commenta il provvedimento amministrativo che riguarda il progetto, i cui lavori erano stati avviati alcuni mesi fa dall’impresa edile trapanese MA.CE.TRA SpA, per la realizzazione di un solarium sulla costa dell’isola di Levanzo. Una vicenda che aveva sollevato le proteste di associazioni ambientaliste e di molti cittadini delle Egadi, con relative polemiche e domande ancora senza risposta: come è possibile che sia stata permessa un’opera di questo tipo?

«È incredibile – commenta ancora Ciminnisi – che si debba correre ai ripari sempre dopo e non si riesca a tutelare con procedure di controllo e protocolli certi i nostri paesaggi, i nostri luoghi del cuore, l’ambiente. L’annullamento della concessione, comunque non chiude la vicenda, né sul piano politico amministrativo, né sul piano giudiziario»

La deputata trapanese del M5S si riferisce alla sua interrogazione, presentata nel maggio scorso, e alle indagini sul caso avviate dalla Procura della Repubblica di Trapani che avrebbe all’esame un fascicolo ben più corposo in cui la realizzazione del solarium sarebbe solo la punta dell’iceberg di una vicenda più complessa.

«Vogliamo vederci chiaro – conclude Ciminnisi – e capire cosa è successo e se il solarium sia l’unica “violenza ambientale” che ha subito il territorio di Levanzo o se vi sia altro. Gli isolani riferiscono di possibili opere di disboscamento della macchia mediterranea in un’area a rischio idrogeologico a monte del solarium. Dunque, non si tratterebbe solo di tutela del paesaggio ma, nel caso specifico, anche della sicurezza delle persone, visto che l’area di alberi e macchia mediterranea che sarebbe stata disboscata avrebbe rappresentato l’unico presidio di mitigazione del rischio in un’area classificata P4 ed R4*. Un’ipotesi inquietante che necessita di approfondimenti e di una ricostruzione puntuale, che auspico possano giungere in tempi brevi, da parte della magistratura trapanese e dell’Assessorato al Territorio e Ambiente».
*P4 – Pericolosità elevata di frana; R4 aree nelle quali per il livello di rischio presente, sono possibili la perdita di vite umane, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale.

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