La deputata regionale trapanese Cristina Ciminnisi, nei giorni scorsi, ha inviato al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, una lettera nella quale chiede «revisione ed aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI)» della città «e un suo coerente raccordo con gli strumenti di pianificazione urbanistica (PUG)».
Nella nota l’esponente del Movimento Cinque Stelle sottolinea che «è urgente tutelare un’area della città che ha visto, negli anni più recenti, un progressivo consumo del suolo, con conseguente riduzione delle zone permeabili».
L’area a cui fa riferimento Ciminnisi, componente la IV Commissione Ambiente e Territorio dell’ARS, è quella corrispondente alle ex saline ‘”Collegio” e “Modica” a ridosso delle quali sono stati realizzati, o sono in corso di progettazione, interventi edilizi e urbanistici.
Nelle scorse settimane, il Consiglio Comunale di Trapani ha già dato parere favorevole per la strada di “accessibilità al porto e area industriale” nell’ambito della Zona Economica Speciale “Sicilia occidentale” mentre in una porzione delle ex saline “Collegio” e “Modica” è previsto un intervento di edilizia privata a ridosso di un canale, forse un impluvio residuo del vecchio impianto delle saline. Interventi che si aggiungono a quelli sul versante della via Virgilio: la RSA, che ha sottratto quasi 8mila metri quadrati di suolo destinato a verde, e il sottopasso alla linea ferroviaria che sarà realizzato da RFI.
«In questo momento – afferma Ciminnisi – le sorti future della città, che dipendono dalle scelte di pianificazione che si fanno in questa fase, sono nelle mani del sindaco Tranchida e del suo assessore all’Urbanistica Pellegrino. Si prendano la responsabilità, davanti ai Trapanesi, di fare una scelta lungimirante, a partire dalla revisione del PAI che, alla luce delle recenti direttive regionali, è ritenuta doverosa a seguito del verificarsi di nuovi eventi di dissesto o da nuove previsioni provenienti da studi e attività di monitoraggio».
«È inutile commissionare degli studi tecnici sulla mitigazione del rischio idraulico, e poi sconfessarli, dimenticando che quell’area è stata individuata – conclude la deputata regionale nella lettera, sintetizzando lo studio commissionato dal Comune – come la sola naturalmente idonea ad accogliere e smaltire le acque piovane».