Il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione antimafia “Scialandro” condotta dalla Dia, nei confronti di uno degli indagati. Si tratta del 75enne Vito Mazzara che, però, resta in carcere per altri reati. I giudici hanno accolto l’istanza dei suoi legali in quanto per l’indagato sarebbero venuti a mancare i gravi indizi di colpevolezza.
La Procura antimafia contesta a Mazzara il reato di associazione mafiosa e, in particolare, di continuare a far parte della famiglia mafiosa di Valderice. Mazzara è stato già condannato per lo stesso reato con sentenza divenuta definitiva nel 2004, per il sequestro e omicidio del piccolo Di Matteo e per altri omicidi tra cui quello dell’agente della Polizia Penitenziaria Giuseppe Montalto. Nonostante la reclusione – secondo gli inquirenti – avrebbe continuato a tenere rapporti con altri sodali e a gestire attività legate agli interessi economici del clan.
Vito Mazzara era rimasto coinvolto nell’omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno. Ritenutone l’esecutore materiale, era stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Trapani assieme a Vincenzo Virga, ritenuto il mandante dell’agguato del 26 settembre 1988. In Appello, però, Mazzara è stato assolto. Assoluzione ribadita anche dalla Corte di Cassazione che ha, invece, confermato la condanna per Vincenzo Virga.
Nei giorni scorsi è tornato in libertà, invece, sempre su provvedimento del Riesame, il trapanese Andrea Maurizio Buzzitta. Accusato di favoreggiamento a Cosa nostra, per il giudice sono venuti meno i gravi indizi di colpevolezza.
Annullata l’ordinanza emessa dal Gip di Palermo, con immediata scarcerazione dal carcere Pagliarelli dove si trovava recluso, anche per il 59enne Giuseppe Maranzano di Valderice.