Dragaggio porto di Trapani, le osservazioni di Legambiente Sicilia

Critiche sulle procedure di lavaggio dei sedimenti e sul sito scelto per la loro reimissione in mare

Legambiente Sicilia ha presentato un articolato documento di osservazioni e proposte di modifica sul progetto di “Lavori di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente Ronciglio” relativo al porto di Trapani allestito dall’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale,

“In considerazione che questo progetto insieme ad altri in corso è finalizzato a potenziare le strutture portuali, modificando l’assetto e le finalità definiti dal vecchio Piano Regolatore del Porto del 1961 – si legge nella nota diffusa alla stampa da Legambiente – si chiede che le opere siano sottoposte ad una unitaria e coordinata Valutazione di Impatto Ambientale, sinora mai attivata per le opere portuali, peraltro già prescritta dal Ministero dell’Ambiente nel 2010 dopo il parere negativo all’utilizzo a regime delle opere realizzate per l’America’s cup”.

La questione era stata già sollevata, alcune settimane fa, da tre associazioni che avevano inviato una diffida alla quale il presidente dell’Autorità di sistema, Pasqualino Monti, e gli uffici tecnico è legale dell’ente avevano risposto.

Perplessità vengono avanzate sull’utilizzo delle tecniche di soil washing per il lavaggio dei sedimenti prelevati dal fondale e sulla reimmissione delle acque di lavaggio nell’ambito marino che l’associazione ambientalista definisce di “carattere sperimentale” e per le quantità in gioco.

Per quanto riguarda il sito di immersione dei materiali derivanti dall’escavazione, individuato nel golfo di Custonaci, Legambiente evidenzia “l’inopportunità dell’ubicazione in quanto si tratta di uno dei sistemi marino-costieri di maggiore pregio e finalizzato alla tutela naturalistica, con la presenza di diversi Siti Natura 2000 e Riserve Naturali e la previsione per legge dell’area marina protetta Promontorio Monte Cofano – Golfo di Custonaci. Inoltre il limite esterno del sito di immersione (ancorchè posto a 2,5 miglia marina dalla costa di Monte Cofano) è in realtà quasi contiguo, ad un solo miglio nautico, dal limite esterno della Zona Speciale di Conservazione dei Fondali del Golfo di Custonaci.

Per questo Legambiente chiede che “il complesso delle previsioni di ammodernamento e potenziamento del porto di Trapani venga sottoposto alla preventiva procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica; gli interventi di dragaggio del porto di Trapani e di smaltimento dei materiali di scavo unitamente alle altre opere portuali in corso o progettate vengano sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale unitaria e coordinata; vengano integrati le analisi e gli studi sul dragaggio e sul sito di immersione per un esaustivo rispetto di quanto previsto dalla normativa, e per valutare anche l’impatto sulle attività di pesca; in ragione della qualità ipotizzata post trattamento di soil washing i materiali non vengano scaricati in mare ma riutilizzati per altri interventi (ripascimenti, recupero ambientale di aree degradate, ecc.) nel rispetto di elementari principi di un corretto riuso delle risorse ambientali e nell’ottica dell’economia circolare; un eventuale sito di immissione in mare dei fanghi di dragaggio, fatta salva ogni altra verifica di ammissibilità e compatibilità ambientale e l’ubicazione oltre la batimetrica dei 200 m dalla costa , venga individuato in modo da garantire una interdistanza minima tra limite esterno dell’area di immersione e limite esterno delle aree SIC/ZSC/AMP non inferiore a 3 miglia marine.

Al contempo Legambiente ha chiesto alla Regione che venga avviata la procedure per l’istituzione della Area Marina Protetta “ Promontorio Monte Cofano – Golfo di Custonaci” prevista dalla L. 394/91.

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