“Abitava qui da almeno sei mesi” ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Trapani, colonnello Fabio Bottino, riferendosi all’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri sera, dove Matteo Messina Denaro ha vissuto indisturbato fino al momento della sua cattura avvenuta ieri a Palermo.
I militari del Ros e i magistrati della Procura di Palermo sono riusciti a risalire all’ultima abitazione del boss dopo aver trovato nel suo borsello la chiave di un’Alfa Romeo 164. Attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, hanno ricostruito, anche con immagini, gli spostamenti della vettura.
Nell’appartamento – risultato intestato ad Andrea Bonafede – i Carabinieri del Ros hanno trovato molti abiti firmati, diversi profumi costosi, un arredamento definito “ricercato”, un’agenda con nomi e numeri, due telefoni cellulari ma nessun’ arma.
“Perquisizioni e accertamenti – ha aggiunto il colonnello Bottino – sono ancora in corso. Stiamo lavorando per rilevare la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni”.
Come riferiscono gli inquirenti, l’ultimo dei Corleonesi avrebbe condotto una vita assolutamente “normale”. È stato anche ripreso mentre tornava a casa con la spesa. Impossibile – dicono sempre gli investigatori – che nessuno, a Campobello, sapesse della sua presenza.
Confermata la posizione di indagati per il geometra Andrea Bonafede, la cui identità è stata utilizzata da Matteo Messina Denaro in occasione delle sue esigenze mediche, e di Alfonso Tumbarello, il medico di base di Campobello di Mazara che lo curava.
Bonafede è indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento aggravato. La proprietà dell’appartamento dove viveva il boss mafioso risulta a suo nome ma la somma necessaria gli sarebbe stata fornita da Messina Denaro. Il 59enne avrebbe fatto alcune ammissioni con gli inquirenti.