L’arresto di Matteo Messina Denaro ha generato numerosi commenti. La nostra redazione ha voluto intervistare il giornalista Marco Bova, collaboratore della trasmissione Report e dell’agenzia AGI. Bova è uno degli esperti del fenomeno mafioso e, lo scorso anno, ha scritto il libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato”.
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La sinossi del libro:
Matteo Messina Denaro, ricercato dal 1993, ultimo dei boss protagonisti della stagione stragista di Cosa Nostra ancora a piede libero, è fra i latitanti più pericolosi al mondo. «Figlioccio» di Totò Riina e indiscusso leader della mafia trapanese, Messina Denaro pare un fantasma inafferrabile: in questi trent’anni, innumerevoli sono state le piste seguite, colossale lo sforzo profuso dallo Stato, mentre gli annunci di una cattura imminente continuano a susseguirsi. Speranze sempre frustrate.
In questo libro, Marco Bova percorre nei dettagli ogni tentativo, ogni strada sbagliata, ogni inciampo. E impietosamente mette in evidenza gli errori, le dispute e le gelosie interne, le interferenze, a cronica mancanza di coordinamento e soprattutto i tentativi di affossare chi lavorava con impegno perla cattura. Dall’altra parte emerge una mafia in evoluzione, anzi già trasformatasi in una Cosa Nuova: i legami con la massoneria e con i «salotti buoni», le infiltrazioni nel mondo dell’alta finanza, gli interessi internazionali. Matteo Messina Denaro, erede della mafia rozza e brutale dei corleonesi, è il simbolo di questa mutazione. Che lo Stato non riesce a volte non vuole comprendere. Che lo Stato non sa o non vuole arrestare.