Arrestato in flagrante per truffa ai danni di un commerciante trapanese, dagli investigatori della aliquota della Polizia di Stato della Sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani il 41enne Giorgio Covato, originario di Scicli (RG).
L’uomo è stato sorpreso nell’atto di ricevere 100 euro, in due banconote da 50, che l’esercente gli aveva appena consegnato per presunte marche da bollo e che corrispondevano a quelle che la stessa persona offesa aveva fotografato prima della consegna inviando le immagini alla Polizia.
L’arrestato, in pratica, fingendo di essere un appartenente alla Guardia di Finanza, di nome Thomas, si era offerto di aiutarl nelle pratiche relative ad una procedura esecutiva pendente presso il Tribunale di Trapani. A tal riguardo, si era fatto consegnare la somma di 430.00 per “diritti di cancelleria”.
L’attività d’indagine è nata dalla denuncia-querela sporta dal commerciante che, recatosi negli uffici della Procura, ha riferito che, lo scorso 22 marzo, si era presentato presso il suo negozio un individuo che affermava di chiamarsi Thomas e di appartenere alla Guardia di Finanza, in servizio da pochi giorni presso la Procura di Trapani.
Questi, rivolgendosi alla figlia dell’esercente, dopo essersi complimentato per la buona fattura di un uovo di pasqua esposto in vetrina, aveva proposto alla ragazza di organizzare un sorteggio avente come premio proprio
quell’uovo e le aveva chiesto il numero di telefono per successivi contatti.
In occasione dei successivi incontri con la giovane per l’organizzazione del sorteggio, l’uomo le aveva detto di essere a conoscenza della situazione patrimoniale debitoria della famiglia, indicando i nomi del giudice, degli avvocati e dei curatori interessati alle varie procedure in corso. Il truffatore aveva anche aggiunto di avere contattato il curatore della procedura, allo scopo di “farselo amico” ed essere in grado, dietro il pagamento di diritti di cancelleria pari a circa 430 euro, di acquisire dagli uffici della Procura gli atti necessari a “risolvere tutti i problemi” che il legale del commerciante, fino a quel momento, non era stato in grado di superare.
La sua capacità di esposizione dei fatti, la dichiarata ppartenenza alla
Guardia di Finanza, la conoscenza approfondita delle procedure, sommati alla speranza di dare una svolta alla difficile situazione processuale, hanno indotto il commerciante a convincersi della buona fede di “Thomas” e a corrispondergli, tramite la figlia, la somma richiesta, oltre che copia del proprio documento d’identità e la tessera sanitaria. L’uomo, per rendere ancora più verosimile la sua messinscena, ha anche dato diversi appuntamenti dalla figlia del negoziante presso il Palazzo di giustizia di Trapani, fingendo di uscire dall’edificio all’arrivo della ragazza o facendosi, comunque, trovare nelle vicinanze. L’uomo è arrivato anche a dire al commerciante che la sua disponibilità ad aiutarlo era subordinata a quella della figlia che avrebbe dovuto essere meno diffidente nei suoi confronti. A quel punto, però, avendo il commerciante anche appreso dalla figlia che “Thomas” si era rifiutato in più occasioni di esibire il distintivo di riconoscimento, mostrandosi offeso della sua mancanza di fiducia, ha cominciato a sospettare di essere stato raggirato e si è dunque recato presso la Procura per riferire l’accaduto.
Dagli accertamenti svolti sulla base delle indicazioni ricevute dal commerciante, i poliziotti hanno capito che si trattava di
Covato. Quando il truffatore si è presentato al negozio, ha consegnato alla moglie dell’esercente il blocchetto dei biglietti invenduti ma non il denaro incassato dalla vendita effettuata ai colleghi che, affermava, sarebbero stati consegnati da una collega in busta chiusa.
Dopo una breve discussione, Covato ha comunicato all’esercente di avere speso 106 euro per l’acquisto di marche da bollo e lo aveva informato che avrebbe ricevuto la documentazione la settimana successiva. A quel punto il negoziante ha estratto dal portafogli due banconote da 50 ed una da 10 e gliele ha consegnate ma Covato ha restituito quella da 10 accontentandosi dei 100 euro euro. A quel punto è scattato il blitz della Polizia che ha portato all’arresto del truffatore immediatamente dopo che quest’ultimo aveva intascato il denaro.
L’uomo malgrado la sua abilità a sfuggire alla cattura in quasi tutte le occasioni in cui si è reso protagonista, stavolta non è riuscito a farla franca e, a seguito della perquisizione personale, oltre al denaro, gli sono stati sequestrati tutti i bigliettini staccati dal blocchetto delle polizze destinate al sorteggio dell’uovo, che ha asserito davanti al giudice in dibattimento, durante l’interrogatorio, di avere venduto ai suoi colleghi.
Oltre alla convalida dell’arresto il giudice ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e, dato che il giudizio si definiva nelle forme del rito abbreviato
in seguito alla richiesta dell’imputato, il giudice lo ha condannato a 10 mesi di reclusione e mille euro di multa, nonché al pagamento delle spese processuali.