Trapani – Livorno: quei 13 minuti in cui è successo di tutto

Trapani – Livorno : quei 13 minuti in cui è successo di tutto

Una partita nella partita. Un esito costantemente bloccato sul pari, poi cambiato, ripreso e stravolto in favore dei granata trapanesi nel giro degli ultimi 13 minuti di gioco : i 7 regolamentari ed i quasi 6 di recupero.

Una vittoria, quella del Trapani, che poco ha di tattico e molto invece di cuore, determinazione, fame agonistica e,perché no, disperazione assoluta, quella che ti fa tentare coscientemente il tutto per tutto, anche se non hai più sufficienti energie mentali e forza fisica a disposizione, anche se temi di non riacciuffarlo più il risultato .

I granata ne avevano uno solo a disposizione, tale da farli ancora sperare nella salvezza:
la vittoria.
Gli ospiti invece gli hanno prima congelato lo 0-0, con un contegno tattico più che prudente, direi oltremodo difensivista, votato esclusivamente ad impedire ai padroni di casa di svolgere il loro consueto gioco. Ci sono riusciti per tutta la gara, tranne che in quei 13 minuti finali, in cui però si erano addirittura portati in vantaggio al minuto 83’ con il brasiliano Mourillo Mendes, autore di un drop dalla lunga distanza, che ha scavalcato Carnesecchi, leggermente fuori dai pali.

Da lì, da questo incredibile, inopinato vantaggio labronico (gli uomini allenati da Filippini erano al secondo tiro in porta dell’intero incontro), è cominciata un’altra gara .
Il Trapani, anziché disunirsi, pur avendo accusato il colpo, si è rimesso a giocare con pazienza e determinazione intatte.
Non ha perso la calma nè la lucidità ed ha ricominciato a tessere la sua tela, ossia la sua manovra.

E qui bisogna ricostruire lo scenario tattico dell’intera gara, perché dal suo stravolgimento, lato granata, è scaturita la rimonta degli uomini di Castori.
Per tutta la gara, fino al 64’, avevano assistito ad un unico leit motiv :
I granata attaccavano con il loro consueto 3-5-2, difendendosi a zona 5-3-2; mentre il Livorno contrapponeva agli attacchi granata una arcigna e densa difesa a zona 5-3-1-1, che alle volte diventava una sorta di muro umano 5-5-0, all’interno di un sistema di gioco 3-4-3, che di offensivo però aveva veramente molto poco, giacché lasciava solamente ai tre attaccanti lo svolgimento delle trame offensive, praticamente ridotte a qualche sporadico tentativo di ripartenza.

I labronici in realtà erano più impegnati a difendersi, rompendo sul nascere ogni nostra manovra offensiva.
Esercitavano un pressing efficace sul portatore di palla, chiudevano tutti gli spazi e ricorrevano spesso al fallo tattico.
In pratica ci costringevano a giocare a ritmi bassi, inefficaci per le caratteristiche del nostro gioco e difatti, non riuscendo a liberare mai un uomo in posizione utile di sparo in area avversaria, ci costringevano all’esclusivo ricorso al tiro da fuori, che però non dava frutti .
Lo 0-0 era la logica conseguenza di una partita brutta e bloccata.

Giocavamo male ma non per sola colpa nostra, in gran parte per l’atteggiamento oltremodo ostruzionistico dell’avversario.
Castori capisce che così non se ne esce ed al 64’, come dicevo, cambia le mezzeali ed il modulo : dentro Dal Monte ed Odjer per Colpani e Coulibaly e passaggio al 4-4-2 : Kupisz avanza stabilmente a centrocampo sulla fascia destra, su quella opposta si posiziona Dal Monte ed in mezzo rimangono Taugourdeau ed Odjer .
In difesa i 4 sono :Pirrello, Scognamillo, Buongiorno e Grillo.
In attacco Pettinari ed Evacuo.
Ma non succede nulla. Il Livorno rimane chiuso e guardingo ed, anzi, si porta inaspettatamente sull’1-0.

Due minuti dopo, all’85’, Castori fa una mossa estrema e mai vista finora :
Toglie Taugourdeau per Luperini e Grillo per Scaglia e si schiera in campo con un inedito quanto audace 3-1-4-2, in cui Odjer fa da frangiflutti davanti ai tre della difesa ( Pirrello, Scognamillo e Buongiorno), diventandone all’occorrenza il 4. Mentre una batteria di assaltatori ( da destra a sinistra : Kupisz,Scaglia, Luperini e Dal Monte) assiste le due punte Pettinari ed Evacuo.

Questa volta qualcosa succede :
al minuto 88 ed a quello 91, troviamo i due goal, che ci regalano la vittoria in rimonta, frutto del piede nobile di Gigi Scaglia, un giocatore fin troppo sottovalutato qui a Trapani, più che del sistema tattico spregiudicato adottato in quel frangente.
Punizione al bacio dalla sinistra, corretta di testa in rete da Pettinari (che da ieri sera con i suoi 17 goal affianca Iemmello in testa alla classifica dei marcatori della serie B ) ed assist di interno collo sinistro ad effetto per Dal Monte, posizionato largo a sinistra in area di rigore sul secondo palo, con tiro al volo in diagonale verso il palo lungo e rete che sarebbe venuto giù lo stadio, se fosse stato pieno.
Rimangono da giocare altri 4 minuti di recupero, che poi diventeranno quasi 5.

Castori capisce che non è il caso di rischiare oltre misura e arretra uno stanco Kupisz nella posizione di terzino destro, ricomponendo la difesa a 4 per un complessivo sistema di gioco 4-1-3-2, anch’esso inedito, col quale gestiamo gli ultimi palpitanti spiccioli di gara.

Vittoria d’altri tempi potremmo dire.
Meritata sotto ogni punto di vista.
Tre gare giocate a mille all’ora si erano fatte sentire nelle gambe dei calciatori granata ed anche per questo ieri sera non abbiamo brillato, anzi, giocando costantemente sotto ritmo.
Ma noi avevamo più fame del Livorno, o forse più disperazione.
Alla fine il campo lo ha testimoniato.
Ed ora andiamo a Verona.
Venerdì al Bentegodi ci aspetta un’altra battaglia . Ormai lo sappiamo, fa poca differenza . Noi giochiamo solo e sempre per un solo risultato.

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