“Trapani liberty”, presentazione del libro al Museo “Pepoli”

Scritto da Lina Novara e Maria Antonietta Spadaro, con prefazione di Ettore Sessa

Sarà presentato oggi pomeriggio alle 17.30, al Museo regionale di Trapani “Agostino Pepoli”, il volume “Trapani Liberty, Architetture e protagonisti della modernità”, scritto da Lina Novara e Maria Antonietta Spadaro, con prefazione di Ettore Sessa.

Dopo i saluti della direttrice del Museo Pepoli, Anna Maria Parrinello, sarà l’architetto Vito Corte a illustrare i contenuti del libro che fa parte della collana “le tessere” della casa editrice Kalòs.

Nelle 144 pagine del volume le autrici raccontano il gusto architettonico dei primi tre decenni del Novecento a Trapani attraverso le più significative testimonianze liberty – la Casina delle palme, Palazzo delle poste, la Casa Verde, Palazzo Montalto, i villini Ricevuto e Platamone – e tramite i protagonisti Francesco La Grassa e Giuseppe Manzo, eredi del lessico e dei modi di Ernesto Basile e dalla sua Scuola.

A Francesco La Grassa (Trapani 1876 – Roma 1952), ingegnere-architetto, massimo esponente del liberty trapanese, va il merito di aver introdotto in città quella ventata modernista che investiva l’Europa tra Ottocento e Novecento. Giuseppe Manzo (Trapani 1858-1931) “ingegnere di sezione presso l’ufficio tecnico comunale” esprime il suo linguaggio modernista soprattutto negli apparati decorativi a motivi floreali di alcuni edifici tra cui casa Occhipinti.

È ai fratelli Ferrante – Gaspare, Giuseppe, Rosario, Salvatore e Santoro – imprenditori edili che si deve la costruzione della maggior parte degli edifici liberty trapanesi sulle cui facciate essi diffusero quel loro gusto grafico, caratterizzato da un motivo avvolgente le aperture e determinato dal gioco di due colpi di frusta affrontati,

La coautrice Maria Antonietta Spadaro, dopo avere trattato delle “Radici del Liberty e la Belle Èpoque” e dell’indiscusso protagonista siciliano Ernesto Basile, si sofferma ampiamente sul Villino Nasi analizzandone l’architettura, i decori e soprattutto i mobili, del tutto inediti, che arredavano il villino e che in due casi riportano l’etichetta della ditta “Carlo Golia & C.° Palermo”, poi divenuta Ducrot. Altro argomento che riguarda il villino Nasi è quello che affronta Lina Novara sulle monumentali statue di “Ondina e Oceanina di Mario Rutelli” che un tempo abbellivano lo spazio esterno del villino, come documentato da foto d’epoca, e oggi misteriosamente scomparse. Le due sculture erano i modelli originali delle statue in bronzo che Rutelli eseguì per la fontana delle Naiadi di Piazza Esedra a Roma.

Il volume si completa con un’appendice nella quale Novara tratta della chiesa di Sant’Antonio a Favignana, e Spadaro si sofferma sul musicista trapanese Antonio Scontrino e sul monumento ai Caduti di Antonio Ugo.

L’evento si inserisce nell’ambito delle “Giornate Europee del patrimonio”, promosse dal Ministero per i Beni Culturali per riaffermare la centralità del patrimonio culturale e del suo valore storico, artistico e identitario.

Le European Heritage Days costituiscono infatti il più partecipato evento culturale in Europa, promosso fin dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea. Lo scopo della manifestazione è far apprezzare e conoscere a tutti i cittadini il patrimonio culturale condiviso e incoraggiare la partecipazione attiva per la sua salvaguardia e trasmissione alle nuove generazioni.

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