Ha lasciato stamattina il porto di Trapani il sommergibile “Scirè” che era giunto presso lo scalo cittadino lunedì scorso, 6 novembre.
Per l’unità della Marina Militare italiana – che fa parte dei battelli classe “Todaro” – si è trattato di una sosta tecnica in vista della ripresa del suo abituale servizio.
Consegnato nel 2007, lo Scirè è dotato delle più moderne apparecchiature e sistemi subacquei, tra cui spicca l’innovativo sistema di propulsione a fuel cell, che sfrutta la reazione chimica tra ossigeno e idrogeno per la produzione di energia elettrica necessaria alla propulsione del mezzo. Grazie a un elevato livello di automazione garantita dai moderni apparati, è in grado di assicurare la piena operatività con un equipaggio di sole 27 persone, altamente specializzate ed esperte.
La sua notevole silenziosità, le spiccate doti di occultamento e la capacità di operare in collaborazione al Gruppo Operativo Incursori nell’ambito di operazioni speciali, lo rendono – come si legge sul sito web della Marina – una unità particolarmente idonea alla raccolta di dati intelligence e di sorveglianza delle aree d’interesse, integrandosi in modo efficace nei dispositivi di difesa nazionali, multinazionali e NATO.
L’attuale unità riprende il nome del sommergibile della Regia Marina famoso per aver trasportato i siluri a lenta corsa autori della cosiddetta “impresa di Alessandria”. A sua volta, il sommergibile prendeva il nome dalla regione dello Scirè in Etiopia, teatro di una omonima battaglia tra le truppe italiane e abissine nel corso della guerra d’Etiopia (1936).
Svariate sono state le missioni in cui l’attuale “Scirè” è stato impiegato. Tra queste anche le “Mare Nostrum”, “Mare Sicuro” e Eunavformed “Operazione Sophia” per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.