“Dal 2 gennaio il mercato ittico di Trapani è chiuso per decisione dell’Amministrazione comunale – dichiara Michele Ritondo, dirigente di Fratelli d’Italia – . L’apertura della struttura, nel 2021, la definimmo una ‘Farsa Tranchidiana’, l’ultimo atto si è compiuto”. Ritondo, sostenuto dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, interviene sulla faccenda mercato ittico di Trapani di via Cristoforo Colombo.
“Dopo aver speso migliaia di euro di fondi pubblici e aver illuso gli operatori con promesse di stabilità ai fini meramente elettorali è purtroppo accaduto ciò che avevamo previsto: situazione precaria e totale fallimento. La vicenda del mercato ittico di Trapani è un fallimento amministrativo, politico e anche sociale. Gli operatori da oggi che faranno? Ci sarà un vero confronto con l’Amministrazione? La città di Trapani non ha più un mercato del pesce, non è uno scherzo”.
Il dirigente di Fratelli d’Italia ha voluto specificare la questione ai microfoni di TrapaniSi. Clicca play per ascoltare:
“Denunciammo già allora l’enorme rischio di spesa “inutile” e così è stato – aggiunge il dirigente di FDI – . La città di Trapani ha perso anche la presidenza del Flag a causa di questa vicenda. Si è proseguito per due anni con un percorso dato per fallito sul nascere e definito momentaneo nella stessa ordinanza targata Tranchida. Per due anni non si è pensato a un’alternativa valida o a un progetto con una visione concreta del futuro per il settore. Quella struttura potrebbe diventare cruciale per il settore e davvero può essere attrattiva per giovani in cerca di un lavoro, si faticoso, ma che possa anche essere gratificante e remunerativo. Quella di sprecare due anni preziosi e migliaia di euro è stata una scelta voluta dell’Amministrazione”.
“Le chiacchiere fatte in questi due anni dal sindaco – conclude Michele Ritondo – e da tutti gli assessori che si sono avvicendati nella gestione della faccenda, hanno solo riempito di parole comunicati blandi e provvedimenti inconcludenti. Con i consiglieri di Fratelli d’Italia chiederanno il confronto in aula, dopo esserci confrontati in modo serio con gli operatori del settore”.