Sono accusati anche di associazione per delinquere otto degli undici arrestati nell’operazione condotta lo scorso 17 febbraio dai Carabinieri di Marsala denominata “Virgilio” e ai quali erano stati contestati vari reati: spaccio di sostanze stupefacenti (crack, eroina e cocaina), estorsione, riciclaggio di denaro e lesioni personali.
La nuova ordinanza del gip del Tribunale di Palermo, eseguita dai miliari dell’Arma, si basa sulla richiesta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha ritenuto sussistere a carico degli otto, gravi elementi indiziari relativi al più grave delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, punibile con una pena che varia da un minimo di 10 anni ad un massimo che supera i 20.
Per la contestazione del reato associativo, determinanti sono stati gli elementi probatori forniti dalla Procura della Repubblica di Marsala che ha coordinato le indagini svolte dai Carabinieri della locale Compagnia sin dall’avvio dell’inchiesta.
Secondo quanto accertato in fase preliminare, la vendita della droga era gestita da tre gruppi di spacciatori, in concorrenza fra loro, al vertice dei quali figurava sempre una donna. Lo stupefacente, proveniente da Palermo attraverso corrieri che effettuavano viaggi su bus di linea, veniva tagliato (spesso grossolanamente) e spacciato nelle abitazioni dei principali indagati, protette da sistemi di videosorveglianza per verificare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.
Alcuni assuntori, considerati a rischio di insolvenza da parte degli spacciatori, sarebbero stati indotti a consegnare ai pusher la carta del Reddito di Cittadinanza (fornendo i relativi PIN) in cambio di crack, eroina o cocaina.