Preceduta, nelle scorse giornate, da una serie di iniziative soprattutto dedicate agli studenti sotto il consueto slogan “Non ti scordar di me”, si è svolta stamattina alle 9, presso la stele collocata sul luogo dell’attentato, a Pizzolungo, nel territorio di Erice, la cerimonia in ricordo di Barbara Rizzo Asta e dei suoi due figli gemelli, Giuseppe e Salvatore, uccisi il 2 aprile 1985 da un autobomba destinata al magistrato Carlo Palermo che restò illeso.
Il Comune di Erice ha deposto una corona di fiori in ricordo delle vittime, poi è stato dato il via alla cerimonia solenne. Il fulcro della giornata, introdotta dalla sindaca di Erice Daniela Toscano, è stato l’appassionato intervento di Carlo Palermo che, partendo dall’importanza del ricordo delle vittime di mafia e della memoria da non disperdere, ha sottolineato l’esigenza di una maggiore chiarezza sui fatti di mafia che hanno riguardato il territorio trapanese, in particolare sugli altri “poteri occulti” che hanno orbitato attorno a quegli eventi.
Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, dopo aver sottolineato quanto sia stato grande il dolore che ha dovuto sopportare nel tempo Margherita Asta (oggi assente), figlia di Barbara e sorella di Giuseppe e Salvatore, ha invitato a non dimenticare tutte le vittime di mafia: magistrati, appartenete alle forze dell’ordine, giornalisti, politici, sindacalisti, semplici cittadini. Gisella Mammo Zagarella, referente dell’associazione Libera, ha evidenziato l’esigenza di ricordare la sofferenza delle famiglie delle vittime di mafia, mentre il presidente del Tribunale di Trapani, Andrea Genna, ha manifestato la vicinanza dei magistrati a Carlo Palermo e Margherita Asta. La memoria – ha detto – non si deve fermare alla commemorazione ma deve costituire il motore di un impegno quotidiano su più livelli. Infine, l’assessora Tiziana Raisa, del Comune di Castello D’Argile con cui il Comune di Erice ha collaborato nel tempo fin dal 2015, ha letto pubblicamente un componimento scritto da alcuni giovani del territorio emiliano a seguito dell’incontro con Margherita Asta.
Erano presenti alla cerimonia anche i rappresentanti delle Autorità civili, religiose e militari del territorio, Vincenzo Agostino, padre di Nino, poliziotto ucciso dalla mafia nel 1989, e una delegazione di studentigiunta da Sassuolo, in Emilia Romagna: tutti i ragazzi hanno indossato una maglietta con scritto “No mafia”.
«Anche quest’anno, così come nei precedenti, la cerimonia è stato un momento emozionante in cui ricordare, riflettere e rinnovare l’impegno condiviso teso al rifiuto della mafia – ha commentato la sindaca di Erice, Daniela Toscano -. Oggi ho ascoltato parole forti ed importanti che possono e devono rappresentare degli stimoli, per tutti, affinché la nostra società diventi sempre più pensante e capace di agire, trasformando il dolore dei lutti in voglia di riscatto ed impegno civile. Tutti dobbiamo aver chiaro quanto sia fondamentale combattere ed isolare la mafia, ma anche individuare e fare altrettanto con chi appoggia la criminalità organizzata. Questo impegno riguarda naturalmente le istituzioni, ma può e deve arrivare anche dai cittadini, a partire dal semplice rispetto delle regole condivise. Desidero infine mandare un fortissimo abbraccio a Margherita Asta. Il dolore che ha dovuto sopportare ed il fardello che trasporta ancora oggi sulle sue spalle è pesantissimo, così come lo è quello di tutti i familiari delle vittime di mafia: non dimentichiamolo. E non dimentichiamo mai Barbara, Salvatore, Giuseppe, e tutti coloro i quali hanno perduto la vita per la mano assassina della mafia». GUARDA IL VIDEO (diretta a cura del Comune di Erice