Stabilità e continuità nel segno di Antonini

L'analisi della situazione, numeri alla mano. Questo il presente, quale futuro con Valerio Antonini a Trapani?

UN PO’ DI STORIA
21 giugno 2019…
In uno studio notarile di Roma, nel corso di una giornata umida ed afosa, la FM service di Maurizio De Simone cedeva il Trapani Calcio, fresco fresco di promozione in Serie B, all’Alivision rappresentata, fra gli altri, da Fabio Petroni.
L’acquirente concludeva l’acquisto per 1 milione di euro, da pagarsi in 15 rate mensili : 14 da 70.000 euro e l’ultima da 20.000 euro.
Sappiamo peraltro come poi andò a finire: di quelle rate ne fu pagata una sola, la prima. E poi la vicenda si trasferì nelle aule giudiziarie per un lungo, complicato contenzioso civile.

5 Maggio 2023…
Valerio Antonini presso uno studio notarile di Palermo, in una giornata molto meno umida ed afosa, acquista il 70% delle quote del Trapani calcio da Marco La Rosa, e non a rate: una settimana prima gli aveva bonificato la metà della cifra pattuita (325.000,00 euro); il giorno del rogito consegna alla controparte sul banco del notaio tre assegni circolari a compendio dell’altra metà della somma, per un totale di 650.000,00 euro.
Successivamente, sempre con rogito, acquisirà da Michele Mazzara il rimanente 30% delle quote, pagando alla controparte la somma di 100.000,00 euro.

IL PRESENTE E IL FUTURO
Già da qui, da questi semplici fatti oggettivi, documentati e documentabili, si può capire chi sia Valerio Antonini, uno che, se assume un impegno di spesa, non lo fa con promesse di pagamento, ma salda immediatamente oppure a stretto giro di posta, “cash”, come si suol dire.
Era dai tempi di Vittorio Morace che non ricordavo un tale dimostrazione di solidità finanziaria, riferita alla squadra di calcio della nostra città.
Con Antonini, in verità, si sta andando ben oltre quella prima “età dell’oro” calcistica, durata ben 14 anni, tali e tanti sono gli investimenti già operati e quelli già programmati dall’imprenditore laziale.

I NUMERI
Oltre 2 milioni di euro
spesi per: rilevare la società, pagarne i debiti ed aumentarne il capitale sociale.
Oltre 1.400.000,00 euro già spesi per i lavori di ristrutturazione, ammodernamento e rifacimento dello Stadio Polisportivo Provinciale.
300.000,00 euro spesi per l’acquisto del Palazzo Montalto in via XXX Gennaio, di rimpetto al Palazzo di Giustizia per la sede sociale della Polisportiva.
A tutto ciò bisogna aggiungere il budget stanziato per disputare il prossimo campionato, arrivando in tal modo ad un investimento complessivo nel calcio prossimo ai 5 milioni di euro, solo per quest’anno.
Una cifra spaventosamente mostruosa per una società che milita in serie D.

E vogliamo parlare del basket ?
250.000,00 euro
per l’acquisizione del titolo sportivo dalla Stella Azzurra Roma; 1.200.000,00 euro per il budget relativo alla disputa del prossimo campionato di Serie A2; senza dimenticare le spese per i lavori di ammodernamento e ristrutturazione del Palailio, non ancora del tutto quantificate (300.000,00 euro già spesi per i nuovi seggiolini di colore granata).

GLI ELEMENTI BASE
Ricordo, nel corso dei periodi più bui della storia recente del Trapani Calcio (dal marzo 2019, cessione della società da parte della Liberty Lines a De Simone, fino al dicembre 2020, dichiarazione di fallimento della società, pronunciata dal Tribunale di Trapani) ed anche oltre, fino alla recente esperienza di Marco La Rosa, in qualità di socio di maggioranza, di avere sempre sottolineato la mancanza di due componenti fondamentali in una società sportiva come il Trapani calcio di quei periodi, componenti peraltro strategicamente connesse: stabilità (finanziaria) e continuità (di gestione).
La prima, necessaria per ottenere quella tranquillità e solidità economica, attraverso cui rendere fattibili gli obiettivi societari, sulla base di un progetto imprenditoriale prima immaginato, poi pensato ed infine programmato.
La seconda, indispensabile per perseguire e realizzare in concreto quel progetto, attraverso la presenza di una proprietà, che avesse una durata protratta nel tempo e che la stessa durata assicurasse al lavoro degli uomini chiamati a ricoprire i ruoli più importanti del management tecnico ed amministrativo.

“Qual è il progetto ? “– chiedevo spesso in ultimo a Marco La Rosa.
Non mi fu mai data risposta, facendomi convincere che in sostanza si navigava a vista, senza un’idea ben precisa di programma, nemmeno per l’anno successivo, puntando tutte le proprie fiches solo sul campionato in corso. Senza un futuro certo, senza un orizzonte da potere scrutare.
Ciò che è accaduto fino a pochi mesi fa è ampiamente noto. Solo promesse e verbi tutti declinati al futuro, mai al passato prossimo (“farò”, anziché “ho fatto”) e con improbabili obiettivi da raggiungere (ridurre a zero il debito al 30 giugno, poi accertato ammontare ad aprile a circa 689.000,00 euro).
Adesso, finalmente, verrebbe da dire, pare che “stabilità finanziaria e continuità di gestione“ siano il verbo del nuovo corso.
Un progetto imprenditoriale c’è ed è sviluppato su un piano pluriennale; dunque, c’è una “visione” strategico/imprenditoriale proiettata nel medio periodo e con consistenti investimenti annunciati (25 milioni di euro per i prossimi 5 anni).

IL FUTURO?
Magari parlerà tanto Valerio Antonini ma, nessuna di quelle parole è pronunciata a caso o così, tanto per essere detta.
A quelle parole, come ho già ripetuto, Valerio Antonini ha fatto seguire i fatti e ciò costituisce la ragione massima della sua credibilità come imprenditore ed uomo di sport.
Per noi una novità dirimente, non ci eravamo più abituati da un po’ di anni a questa parte.
Quindi, non posso che dirgli “GRAZIE“ per avere scelto Trapani per realizzare il suo “sogno nel cassetto”.
Perché anche a me, come a tanti, è chiaro l’obiettivo sportivo che sta perseguendo e, soprattutto, mi è chiaro il fatto che tutti i trapanesi appassionati di sport, compreso il sottoscritto, ciascuno per il suo ruolo, dovranno concorrere, assieme a lui, a realizzarlo.

IL DUBBIO
L’unica cosa che, se potessi, gli chiederei, è quella se in alcune delle scelte tecniche e di management delle due società, sia quella di calcio sia quella di basket, non ritenga che avrebbe forse potuto concedersi un po’ più di tempo, prima di prenderle, magari addivenendo anche a soluzioni altre, diverse.
Ma siccome ho ben chiaro l’obiettivo che tutti insieme vogliamo perseguire, che è dunque obiettivo comune, non ne faccio una questione di pregiudizio e non mi abbandonerò a tesi preconcette, valutando semmai step by step.

Detto ciò, chiudo con una frase che in tantissimi conosceranno, cara al Presidente ritengo e che penso possa costituire l’ispirazione ideale per vivere nel modo giusto ciò in cui, da qui a fra poco, Trapani sportiva sarà chiamata a cimentarsi:
“Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini”.
Dal film “Ogni maledetta domenica”, 1999, Tony D’amato (Al Pacino).
Vale per tutti, non solo per chi gioca.

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