Arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per quattro persone, accusate, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Trapani, è stato eseguito da agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani con il supporto dei colleghi di Caltanissetta. Il giudice ha anche disposto la misura cautelare del controllo giudiziario di un’azienda, attiva nel settore della ferramenta e bricolage, con la nomina di un amministratore per la sua gestione.
L’attività d’indagine, avviata nell’inverno 2022 e supportata dalle immagini registrate da sistemi di videoripresa a distanza e intercettazioni telefoniche, ha permesso di raccogliere gravi indizi sulle condizioni di sfruttamento dei lavoratori impiegati da una società con sede a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, nell’allestimento di un nuovo punto vendita a Trapani, inaugurato la scorsa primavera.
Secondo gli inquirenti, l’azienda, gestita da due fratelli di origine nissena, utilizzando fraudolentemente lo strumento della somministrazione di manodopera tramite un’azienda di intermediazione, avrebbe fatto sottoscrivere ai dipendenti contratti di lavoro part-time, che prevedevano 24 ore settimanali articolate su 6 giorni lavorativi, per poi impiegarli a tempo pieno e ben oltre l’orario previsto per contratti full–time.
I dipendenti – riferiscono gli investigatori – erano costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio per 10/11 ore al giorno, per una retribuzione di circa 500 euro mensili (pari a 1,85 euro per ciascuna ora lavorativa) senza avere assicurato, in molti casi, neppure il riposo settimanale.
Durante l’attività di indagine, sono state accertate macroscopiche e ripetute violazioni sia della normativa in materia di lavoro sia di quella sulla sicurezza sul lavoro. I dipendenti, infatti, rispetto al profilo per cui erano stati assunti – riguardante l’area del commercio – sarebbero stati utilizzati per mansioni molto diverse rispetto a quelle previste dal contratto e, in particolare, come carpentieri, manovali, pittori, addetti alle pulizie e anche in servizi di guardiania notturna nella fase di allestimento della struttura.
Oltre a queste gravi irregolarità, alcuni lavoratori hanno anche riferito di essere stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, a causa delle gravi violazioni delle norme igienico-sanitarie sui luoghi di lavoro e a ripetuti comportamenti vessatori e offensivi da parte dei due imprenditori e da un loro collaboratore. Nel corso dell’indagine sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza anche su due dipendenti della società; il primo, addetto alla selezione e gestione del personale, avrebbe “sistemato” in maniera fittizia la documentazione amministrativo-contabile riguardante il personale, a partire dal reclutamento, l’assunzione e la predisposizione delle buste paga; il secondo collaboratore, invece, sarebbe stato l’esecutore materiale delle direttive impartite dai datori di lavoro nelle fasi di avvio dell’attività commerciale a Trapani e avrebbe tenuto atteggiamenti vessatori simili a quelli dei due titolari.
Dalle investigazioni della Polizia è emerso anche che analoghi episodi di sfruttamento del lavoro da parte degli stessi indagati erano stati commessi durante le fasi di apertura di un punto vendita a Castelvetrano, avvenuta nel 2018. In passato era stata anche presentata una denuncia da parte di un lavoratore della provincia di Caltanissetta dove sono presenti altri punti vendita della stessa società. GUARDA IL VIDEO
Le indagini sono state supportate da attività ispettive e accertamenti tecnici a cura del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) dei Carabinieri di Trapani, sia riguardo alle violazioni in materia di sicurezza sul lavoro sia sulle omissioni contributive. Gli accertamenti proseguono, insieme a personale dell’INPS, per quantificare l’entità complessiva delle violazioni rilevate e dei versamenti omessi.