Il giorno 31 di questo mese, su istanza di alcuni cittadini trapanesi, si terranno le prime convocazioni dinanzi all’Organismo di mediazione per ottenere dal Comune di Trapani l’integrale risarcimento dei danni subiti alle loro abitazioni ed esercizi commerciali a causa degli allagamenti del 26 settembre 2022.
L’avvocato Vincenzo Maltese, che li assiste, spiega meglio l’iter che si sta seguendo: “Per prima cosa abbiamo notificato una diffida con messa in mora e con invito alla negoziazione assistita ma, pur avendo aperto le pratiche per il risarcimento, dalle parti di Palazzo D’Alì, probabilmente per scelte politiche, si è deciso di insistere sulla richiesta dello stato di calamità e sulla richiesta di ristori (cosa ben diversa dal risarcimento integrale dei danni subiti) da parte della Regione e, per essa, dallo Stato. Adesso stiamo tentando di trovare un accordo in sede di mediazione ma, se dovesse andare a vuoto anche questa opzione, non resta che attivarci in sede giudiziale”.
Maltese ricorda che “il sindaco Tranchida ha pubblicamente ammesso che da almeno sette anni, nessun intervento sulle condotte fognarie è stato fatto, che la relazione finale del commissario straordinario Messineo ha messo al primo punto tra le cose urgentissime da fare proprio la pulizia delle condotte fognarie, oltre alle caditoie e tombini” e che “Salvo Cocina, responsabile della Protezione civile regionale, ha dichiarato alla stampa, il 9 novembre scorso, che non si hanno notizie delle attività di prevenzione che il Comune avrebbe dovuto attivare da anni con un piano di protezione civile comunale risalente al 2006 per il quale solo di recente è stato dato un incarico per il suo aggiornamento”.
“Per questi motivi – conclude Maltese – mi auguro che da parte di questa Amministrazione prevalga il buon senso e si riesca a trovare in questa fase un accordo che eviterebbe il contenzioso giudiziario, risarcendo così i danni che ammontano a decine di migliaia di Euro. Perchè in caso contrario, a pagarne le conseguenze sarebbero sempre e comunque gli stessi cittadini”.