Processo “Scrigno”: condannati sei degli otto imputati

Dodici anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa per l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello

Gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria nel Trapanese portati alla luce dall’operazione “Scrigno”, condotta dai Carabinieri nel marzo 2019, hanno visto imputati, con rito ordinario davanti al Tribunale di Trapani, otto soggetti tra i quali l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello.

Oggi il Collegio, presieduto da Daniela Troja, lo ha condannato a 12 anni di reclusione dopo che il reato contestatogli è stato derubricato a concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui è stata anche disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Condannati anche Antonino Buzzitta, 21 anni, Vito Gucciardi, 12 anni, Vito D’Angelo, 16 anni. Condannati, rispettivamente, ad un anno e otto mesi di reclusione e ad un anno di reclusione l’ex consigliere comunale di Trapani Vito Mannina e di Erice Alessandro Manuguerra, entrambi con pena sospesa. Assolti, invece, Giuseppa Grignani e Marcello Pollara “perché il fatto non sussiste”. Dal processo era stata stralciata la posizione di Luigi Manuguerra, padre di Alessandro, perché deceduto il 4 aprile 2020.

Anche per Alessandro Manuguerra il Tribunale ha ritenuto di riqualificare il delitto contestato – corruzione elettorale mafiosa – in corruzione elettorale. “La pronuncia – commenta il suo avvocato Fabio Sammartano – esclude che Manuguerra abbia mai avuto a che fare con la mafia e che la sua elezione a consigliere comunale di Erice, nel 2017, sia stata contaminata dall’influenza della mafia in suo favore. Tuttavia la prescrizione del reato così riqualificato è pari a 6 anni a decorrere dal giugno 2017”. Il legale ha già annunciato che proporrà appello entro i termini di legge.

Buzzitta, Gucciardi, D’Angelo Ruggirello, Mannina e Manuguerra, in solido tra loro, sono stati anche condannati al risarcimento dei danni patiti dalle parti civili costituite: il Centro Studi ed iniziative culturali “Pio La Torre” ONLUS; l’associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”; l’associazione “Codici Sicilia; l’associazione antimafie e antiracket La Verità vive! – Onlus; l’Associazione Antiracket ed Antiusura Trapani, liquidati in via equitativa in 1.000 euro ciascuno.
Buzzitta, Gucciardi, D’Angelo  e  Ruggirello, in solido, dovranno anche pagare il risarcimento dei danni alla Presidenza della Regione Siciliana, costituitasi anch’essa parte civile, liquidati in via equitativa in 2.000 euro.

Paolo Ruggirello dovrà pagare il risarcimento dei danni ai Comuni di Campobello di Mazara (5.000 euro), Castelvetrano (5.000 euro), Paceco (2.000 euro), all’Assemblea Regionale Siciliana (2.000 euro). Con Antonino Buzzitta, Vito Gucciardi e Vito D’Angelo, dovrà risarcire i danni anche al Comune di Trapani ( 3.000 euro) mentre D’Angelo dovrà pagare il risarcimento al Comune di Favignana (3.000 euro); Gucciardi e Ruggirello, in solido tra loro, dovranno pagare i danni al Comune di Erice (3.000 euro), così come Vito Mannina e Alessandro Manuguerra, in solido tra loro (3.000 euro), e al Comune di Trapani (2.000 euro).

L’operazione “Scrigno” fu il risultato di un’indagine condotta dagli uomini del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani e portò all’arresto di altri soggetti, tra cui i fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss Vincenzo, e l’ex consigliere comunale Franco Orlando.

Per gli altri 17 indagati che hanno scelto a suo tempo il rito abbreviato davanti al gup di Palermo si sono già pronunciati anche i giudici d’Appello che hanno condannato a 12 anni di reclusione Carmelo Salerno, assolto in primo grado, e aumentato le condanne per Michele Martines e Francesco Orlando da 5 anni e 4 mesi a, rispettivamente, 13 anni e 4 mesi e 12 anni e 8 mesi; i fratelli Virga, Francesco e Pietro, da 8 anni ciascuno sono passati a 16 anni e 8 mesi e 19 anni e 4 mesi.

Ridotte, invece, le condanne per Francesco Russo e Jacob Stelica con sospensione della pena. Confermato il verdetto di primo grado ad 8 anni di reclusione per Giuseppe Piccione mentre sono stati condannati ad 8 anni e 4 mesi ciascuno Francesco Peralta, Pietro Cusenza e Mario Letizia. Stessa condanna in appello per Leonardo Russo e Michele Alcamo, 3 anni, Ninni D’Aguanno e Vincenzo Ferrara che sono stati condannati anche in secondo grado a 3 anni e 4 mesi. In entrambi i gradi di giudizio, infine, Francesco Todaro e Tommasa Di Genova sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

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