Dopo l’avvio della fase congressuale del Partito democratico, celebrato con l’assemblea nazionale di oggi, anche il PD trapanese inizia il suo percorso di rinnovamento e il segretario provinciale, Domenico Venuti, azzera tutti i componenti della segreteria.
“Così come annunciato e condiviso nel corso dell’ultima Direzione provinciale del partito – spiega Venuti -, ho provveduto ad azzerare tutte le cariche all’interno della segreteria per favorire il percorso congressuale già iniziato a livello nazionale. Con il voto del 25 settembre si è chiusa una fase e l’obiettivo adesso è quello di ricostituire una squadra di lavoro che comprenda tutte le anime del PD. In linea con gli orientamenti nazionali del partito – ancora Venuti – per la prossima segreteria provinciale auspico un coinvolgimento allargato e che possa coinvolgere anche coloro i quali, alle ultime elezioni politiche e regionali, si sono spesi con grande spirito di abnegazione per portare avanti i nostri valori. L’impegno sul territorio – conclude Venuti – deve continuare con un Pd che stia sempre di più accanto ai bisogni delle persone”.
La benzina sul fuoco, però, la mettono gli ex membri della Segreteria Provinciale PD di Trapani Marco Campagna, Francesco Crinelli e Marzia Patti: “Restiamo sbalorditi dalla notizia diffusa sulla stampa locale del ricorso presentato dal Segretario Venuti per una presunta ineleggibilità dell’On. Safina e prendiamo le distanze dalla scelta e dal modus operandi di Domenico Venuti. Quali ex membri della Segreteria Provinciale – visto che casualmente oggi il Segretario ha anche azzerato la sua Segreteria – sentiamo il dovere, davanti alle iscritte e agli iscritti del PD, di stigmatizzare la scelta del segretario provinciale che apre senza alcun dubbio un problema politico sulla tanto ricercata unità, pur nella legittimità di difesa dei propri diritti ove ritenuti lesi. Riteniamo che la questione sia squisitamente politica”.
I tre, poi, affondano il colpo proprio verso l’attuale segretario Venuti. “La Segreteria Provinciale si è posta in questi anni come garanzia del buon andamento del Partito Democratico in Provincia di Trapani, al fine di costruire, insieme ai segretari di circolo, il nuovo corso del Partito sul territorio, facendo tesoro di quanto costruito dalle democratiche e dai democratici nei territori. Uno straordinario lavoro che oggi viene messo in discussione e che rischia di essere sabotato o addirittura demolito dal segretario che, invece, avrebbe dovuto porsi come guida. È strumentale che la presunta ineleggibilità di Safina venga eccepita proprio dal Segretario provinciale che ha depositato la lista dinanzi ai nostri rappresentanti regionali e che, pertanto, ha fornito, nella sua qualità, garanzie circa la candidabilità, l’eleggibilità e i requisiti dei candidati. Avrebbe dovuto, piuttosto, rassegnare le proprie dimissioni, spiegando i motivi della sua scelta e rappresentando alla segreteria tutta la necessità di voler approfondire la questione in sede legale, lasciando che la giustizia ordinaria facesse chiarezza sul punto ma mettendo il partito al riparo da vicende personali. Ma questo non è stato fatto. Sembra piuttosto il disperato tentativo di chi non accetta la sconfitta e che oggi, approfittando del suo ruolo, pone in essere un’azione politica individuale”.
Dalle parole sembra ovvio che si sarà una spaccatura. “Appare doveroso da parte nostra, alla luce di ripetute scelte personali non condivise, chiedere le dimissioni di Venuti, riconoscendo il venir meno delle condizioni che hanno portato alla sua elezione a segretario provinciale ed il fallimento di un’azione politica nata in maniera collegiale e conclusasi in modo assolutamente autoreferenziale. L’azzeramento della segreteria provinciale, avvenuto proprio all’indomani della notizia del ricorso contro Dario Safina con un semplice comunicato e senza alcuna riunione, è la conferma della volontà di Venuti di fare terra bruciata e di accentrare sulla sua persona la vita dell’intera Federazione Provinciale. Pertanto, consapevoli dell’impossibilità di lavorare in queste condizioni per il bene della nostra comunità politica, chiediamo ai membri dell’Assemblea Provinciale ed alla Presidente Villabuona di prendere le iniziative conseguenziali, convocando urgentemente l’assemblea provinciale, e mettendo in discussione i rispettivi ruoli. Quanto alla fase congressuale, essa non può essere a nostro parere gestita da chi sta dimostrando di guardare esclusivamente ai propri interessi, tradendo ideali e propositi comuni. È opportuno che l’Assemblea e la Direzione Provinciale siano chiamate a discutere e a deliberare anche su questo aspetto.
È tempo di lavorare per un Partito che sia realmente la casa delle democratiche e dei democratici e non appannaggio esclusivo di qualcuno. Riscopriamo il senso della comunità del Partito. Insieme”.