I migranti ospiti dei centri gestiti dalla Cooperativa Badia Grande di Trapani condividono le proprie tradizioni culinarie con i futuri chef dell’Alberghiero “Florio” di Erice. Il progetto “Oltre il cibo”, un’esperienza di integrazione e di crescita, ha visto “salire in cattedra” una delegazione di immigrati provenienti da Bangladesh, Tunisia, Somalia e Benin ospiti dei progetti SAI di Valderice e di Marsala, per la preparazione di due piatti etnici.
L’iniziativa ideata dalla cooperativa sociale Badia Grande, rappresentata da Greta Margagliotti, Lorena Tortorici e Valentina Villabuona, ha ricevuto il sostegno e la condivisione della dirigente dell’Istituto Pina Mandina.
La prima tappa si è tenuta ieri in concomitanza con la Festa di Eid Mubarak, un evento annuale che segna la fine del Ramadan. Un altro evento è previsto per maggio a ruoli invertiti: i giovani immigrati avranno l’opportunità di apprendere i segreti dello “Street Food” siciliano.
Gli studenti hanno seguito la preparazione del Cous Cous, pietanza principe dell’area magrebina a base di carne, verdure, legumi e tuberi, e del Biriyani, una prelibatezza delle grandi occasioni in Bangladesh, composta da spezzatino di vitello, riso e una ricca miscela di spezie.
I due piatti etnici sono stati realizzati contemporaneamente da due brigate di cucina multietniche composte ognuna da tre migranti e altrettanti studenti dell’Alberghiero. La squadra composta dai tunisini Firas e Alì e dal somalo Hussein si è dedicata al Cous Cous mentre l’altra, di cui facevano parte i bengalesi Mamun e Parves ed il beninese Gael, si sono occupati del Biriyani.
La preparazione di questi due piatti afro-asiatici ha affascinato e coinvolto attivamente la delegazione della classe IV D dell’Istituto guidata dal docente di cucina Antonino Masanelli e dall’assistente Mario Bianco. Nonostante le difficoltà linguistiche, le due brigate multietniche hanno lavorato e comunicato nel linguaggio universale del cibo, condividendo segreti culinari e curiosità grazie anche all’aiuto dei mediatori culturali Elina Begisheva, Abdurahman Bah e Kiron Singha.
Poco prima delle 13wla tavola è stata imbandita con piatti preparati e tutti hanno assaporato ogni boccone con la consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande: una “famiglia globale” unita dalla passione per il cibo, che diventa anche opportunità di lavoro, e dal sogno di una vita migliore in una terra inclusiva, dove i confini si dissolvono e la diversità diventa una forza che unisce invece di dividere.