Il migrante di 22 anni suicidatosi nel Centro di Permanenza per i Rimpatri di Ponte Galeria, a Roma, era stato trasferito dal CPR di contrada Milo a Trapani reso inagibile dai disordini e gli incendi appiccati nelle scorse settimane.
Alla notizia del decesso, sono scoppiati disordini nella struttura romana con una sessantina di migranti trattenuti che hanno tentato di sfondare una porta in ferro, lanciato sassi contro il personale e provato ad incendiare un’auto. Due carabinieri e un militare dell’Esercito sono rimasti feriti. La situazione è tornata poi alla normalità.
Il 22enne, secondo quanto si è appreso, era arrivato da circa una decina di giorni nel CPR di Ponte Galeria dalla struttura trapanese dove era stato portato intorno alla metà dello scorso mese di ottobre.
Il giovane, originario della Guinea, era stato notato particolarmente provato negli ultimi giorni. Pensava alla famiglia e a due fratellini a cui avrebbe voluto poter inviare del denaro. Ha lasciato un messaggio di addio tracciato su un muro con la cenere di una sigaretta chiedendo che il suo corpo possa essere riportato nel suo Paese.
“Mesi fa feci un esposto alla procura di Roma, proprio su quella struttura, dopo averla visitata con una telecamera nascosta – ha detto la senatrice Ilaria Cucchi (Avs), vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama – . Depositai l’esposto e le immagini video sulle condizioni del centro che avevo raccolto. Venni poi ascoltata dal magistrato e non ho ebbi più notizie. Invito la procura di Roma a fare chiarezza su quanto avvenuto questa notte e in generale sulle condizioni di vita in quel Cpr. Perché queste morti non devono più accadere”.