Migrante in strada a Trapani, i Servizi sociali interessano la Procura

Il vice sindaco Abbruscato: "Presentata relazione alla Procura"

A seguito delle nostre segnalazioni e di quelle di altri organi di informazione locale sulla giovane nigeriana che “vive” sotto i portici di un palazzo di via Osorio, interviene il vice sindaco e assessore ai Servizi sociali di Trapani Enzo Abbruscato con una nota stampa in cui fa il punto della situazione.

“Fin dall’inizio della vicenda – scrive – gli uffici si sono mossi secondo i profili dettati dalla legge e dalle normative che regolano tali situazioni di carattere non solo eccezionale ma, altresì, di gravità sociale”.
Abbruscato ricorda gli interventi – di alcuni siamo stati testimoni – a seguito dei quali la 27enne è stata condotta al Pronto Soccorso dell’ospedale “Sant’Antonio Abate”. Solo uno di questi, nel mese di dicembre, ha portato ad un ricovero di qualche giorno dopo il quale la donna è tornata in strada.

Sulla carta questa viene definita una “scelta” della giovane di lasciare “volontariamente” la struttura sanitaria mentre in un’altra occasione, dopo il triage, non si è giunti neppure davanti ai medici perché Martha si è allontanata dall’ospedale prima di essere visitata, spaventata e agitata da cose e persone.

L’assessore ricorda che “all’ennesimo tentativo fallito, abbiamo chiesto ed ottenuto l’intervento della Prefettura, che ringrazio, di concerto con l’Asp, la Caritas, le suore Oblate, la Polizia Locale e gli assistenti sociali a cui è seguito l’ennesimo intervento e una relazione dei Servizi Sociali alla Procura della Repubblica”.
Abbruscato ribadisce che si tratta di una migrante con regolare permesso di soggiorno e ringrazia i cittadini che si sono mostrati solidali con la giovane.

“Rimaniamo fiduciosi – conclude – che la situazione possa normalizzarsi nel piů breve tempo possibile, con delle cure adeguate per una ragazza evidentemente, ma non per tutti, psicologicamente in difficoltŕ con eccessi di ira incontrollati”.

Le reazioni della giovane – che oggi pomeriggio abbiamo visto più debole e impaurita rispetto alla scorsa settimana – il suo “rifiuto” di farsi aiutare (ma bisogna capire quanto questo sia frutto di una volontà consapevole, nel senso in cui dobbiamo intendere la parola, o sia, invece, proprio il sintomo di un disagio profondo che deve essere indagato e curato da chi di dovere) rendono, come sottolinea lo stesso assessore “ulteriormente complessa la risoluzione del caso”.

La donna resta in pericolo: ci risulta, peraltro, che ieri sia stata ripetutamente infastidita da alcuni giovani (non stranieri) che si sono allontanati solo dopo che gli è stata paventata una chiamata alle Forze dell’ordine. Sempre oggi pomeriggio, un migrante che la conosce e con cui abbiamo parlato in via Osorio, ha ribadito quel che noi, in tutto il tempo che abbiamo trascorso con lei, abbiamo intuito dalle sue parole e dai suoi comportamenti. “Lei ha problemi con gli spiriti – ha provato a spiegarci questo giovane – lei non riesce a vedere noi ma vede loro”.

In questa storia, siamo stati testimoni di “stranezze” ma anche di momenti struggenti, come quando Martha culla un neonato che non c’è o dice di essere incinta o fugge perché “deve tornare dal suo bambino”. L’abbiamo sentita parlare e lottare con entità invisibili e, stasera, da sotto l’unica coperta rimastale per ripararsi dal gelo (tutto quello che le era stato donato nei giorni scorsi è “misteriosamente” sparito), indicava a volontari giunti per offrirle una bevanda calda e un po’ di cibo, una linea, invisibile ai nostri occhi, da non oltrepassare se non volevamo metterla in pericolo.

Non basta qualche giorno di ricovero in cui la 27enne si è “mantenuta tranquilla” ma non ha neppure potuto comunicare efficacemente con chi l’aveva in carico a causa della differenza linguistica. Non è colpa di Martha, è colpa nostra.

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