di Nicola Rinaudo
La maglia granata del Trapani, numero 10, stesa sul feretro; accarezzata da un cuscino di rose rosse, simbolo di amore e passione. La sua maglia. Del suo Trapani. Della sua Trapani.
Così, l’ultimo saluto a Francesco “Ciccio” Merendino, bandiera e pilastro del Trapani che fu, a cavallo tra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, scomparso lo scorso 7 febbraio.
Per Mr. “piedi di velluto” – questo l’appellativo che qualche intenditore dell’epoca gli affibbiò – nove stagioni consecutive con i granata: dal ‘57/’58 al ‘65/’66. Le prime due (al campo Aula) in 4^ serie d’eccellenza; le altre sette (al Provinciale) tutte in serie C. Tra campionato e coppa, oltre 200 presenze col Trapani e poco meno di una quarantina di gol: per l’esattezza 38.
Nato a Carini, in provincia di Palermo, nell’agosto del 1937, Merendino approda a Trapani, appena ventenne. Vi rimarrà per sempre.
L’uomo e lo sportivo: umile e talentuoso; geniale e sobrio; composto fino all’inverosimile, dopo un assist o un gol; in evidente imbarazzo di fronte all’ovazione da brividi che la sua gente, il popolo granata, gli tributava ad ogni sua prodezza. Per tutta la sua esistenza, è rimasto sempre se stesso: semplice, genuino, generoso, altruista; sorretto da un’ineguagliabile fede cristiana. Esempio cristallino di moralità e rettitudine. Ancorato a valori autentici: la famiglia, soprattutto. La sua bella famiglia, immagine affascinante di grande unità.
Indelebile resta il ricordo del giovane che, con la sua valigia piena di sogni, arriva in un ambiente nuovo, tutto da scoprire. E, come nelle più belle storie d’amore, è adottato subito dai trapanesi. E lui, insieme a quei compagni d’avventura, divenuti poi eroi, è rapito da quel travolgente slancio d’affetto. Lo ricambia sudando e onorando quella maglia, la maglia granata del Trapani; ma va oltre, decidendo di restare e diventare uno di loro: un trapanese.
Personaggio d’altri tempi? No, al massimo, storia d’altri tempi. Buona per tutti i tempi. Anche per il Trapani di oggi che, con grande piacere, vediamo nuovamente svettare in classifica, proteso verso la conquista di nuovi e prestigiosi traguardi. Già, il presente e il futuro; ma senza dimenticare il passato. L’imponente passato (quasi 120 anni d’imprese non solo sportive) di questo glorioso vessillo granata. Così, giusto per sapere chi siamo, da dove arriviamo e per essere un tantino più sicuri di dove volere andare.
Grazie, Sig. Francesco “Ciccio” Merendino. Grazie di cuore – naturalmente granata – per essersi donato, totalmente e senza condizioni, a questa città, alla sua gente. Grazie per averci deliziato con le sue giocate sopraffine; ma un grazie speciale per come ha incarnato il ruolo di sposo fedele e padre esemplare, con orgoglio e dignità; lontano dal clamore della quotidianità. Soavemente. In punta di piedi.