Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato, nel corso della sua trentennale latitanza, diverse generalità.
Lo sospettano gli inquirenti che, nella sua ultima abitazione in vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, tra le carte del capomafia hanno trovato documenti di identità contraffatti riportanti generalità e dati di persone realmente esistenti. Al momento non si conoscono i nomi.
Non è ancora chiaro se i documenti siano stati modificati dallo stesso capomafia o se qualcuno glieli abbia forniti precompilati e lui abbia soltanto apposto la sua foto. Diverse, peraltro, sono le fototessera trovate al mafioso di Castelvetrano.
Prima di assumere l’identità del geometra Andrea Bonafede – attualmente in custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione mafiosa – utilizzata a partire almeno dal 2020, quando fu operato all’ospedale di Mazara del Vallo per un tumore, il boss avrebbe, quindi, utilizzato i documenti di altre persone e con quelle generalità avrebbe viaggiato e concluso affari. Piste che saranno approfondite dagli investigatori, al lavoro per ricostruire la latitanza del capomafia.