Matteo Messina Denaro è comparso – in videoconferenza dal carcere de L’Aquila dove si trova in regime di 41 bis – davanti ai magistrati dell’ufficio del gip di Palermo. Al capomafia viene contestata una tentata estorsione avvenuta nel 2013 e legata ad un terreno di contrada Zangara, a Castelvetrano.
Messina Denaro – come riporta oggi un articolo sul Giornale di Sicilia- è accusato dopo che alcuni suoi pizzini sono stati trovati in possesso di due suoi presunti complici originari di Campobello di Mazara.
Alla presenza del presidente dell’Ufficio Alfredo Montalto e dei sostituti procuratori della Dda di Palermo, Giovanni Antoci e Gianluca De Leo, presente anche la sua avvocata Lorenza Guttadauro, il boss ha preso atto delle contestazioni e avrebbe seguito la stessa prassi del primo faccia a faccia con i magistrati di lunedì 13 febbraio, quello con il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido che ha coordinato le indagini che hanno portato al suo arresto dopo trent’anni di latitanza: nessuna ammissione di colpevolezza.