Marsala, botta e risposta tra sindaco e Asp sulle condizioni del Pronto Soccorso del “Paolo Borsellino”

"Non sembra l'area di emergenza ospedaliera di un Paese occidentale ma di uno sottosviluppato", ha detto Grillo

La Direzione generale dell’Asp di Trapani replica, con una nota, alle dichiarazioni del sindaco di Marsala, Massimo Grillo, apparse sui social e su qualche testata giornalistica, in riferimento alla situazione del Pronto dsoccorso dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.

Ieri pomeriggio il primo cittadino si è recato sul posto insieme al presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano e all’assessore Michele Gandolfo.

“Quella che ho registrato – ha scritto ieri sulla sua pagina Facebook – è una situazione di gravissimo disservizio e di disagio per i cittadini. Non sembrava di essere nel Pronto Soccorso di una città occidentale ma in un’area di emergenza ospedaliera di un Paese sottosviluppato. Gente nei corridoi e in barella da ore, senza un’assistenza adeguata, tempi d’attesa interminabili causati da una evidente mancanza di personale, una situazione di calca e confusione insostenibili che non può che aumentare la frustrazione e il malessere di chi sta già male”.

Da qui la decisione di Grillo di far intervenire la Polizia Municipale “per verbalizzare ufficialmente la situazione in cui versa l’ospedale. La fotografia che ne è scaturita – afferma il sindaco di Marsala – è assolutamente impietosa. La relazione delle Forze dell’Ordine certificherà al Governo regionale e all’Asp che, per quanto riguarda servizi e personale, il nostro ospedale, nella comparazione con altri presidi ospedalieri, continua ad essere penalizzato”.

Secondo Grillo “quello che era giustificabile nei primi mesi della pandemia in ordine di emergenza non lo è più ora, l’emergenza pandemica non può più cogliere di sorpresa e l’Asp ha avuto tutto il tempo per organzzare la struttura in modo da evitare disservizi alla comunità marsalese. A maggior ragione se si pensa che la costruzione del padiglione per le Malattie Infettive era stata pensata dal Governo regionale come la soluzione al problema in caso di terza ondata”.

La risposta dell’Asp non si è fatta attendere: “Nella piena considerazione delle singole prerogative – si legge nella nota stampa – è da ritenersi che il comportamento del sindaco vada oltre le proprie competenze istituzionali, nonché sia stato compiuto in violazione della normativa sulla privacy. La Direzione, quindi, nello stigmatizzare l’accaduto, con particolare riferimento alla divulgazione sui social di immagini riservate, comunica di aver dato incarico ad un legale di fiducia per valutare eventuali azioni a tutela dell’immagine aziendale e di avere avviato un’indagine interna finalizzata a verificare quanto denunciato dal sindaco di Marsala”.

L’Azienda sanitaria provinciale di Trapani precisa, inoltre, che “tutti i presidi ospedalieri provinciali, e non solo quello di Marsala, sono stati interessati da una revisione dei propri assetti organizzativi per poter garantire le cure ai pazienti covid e non covid” e che “in questo periodo di grave emergenza pandemica, l’Azienda sta affrontando tutte le necessità assistenziali e di prevenzione organizzando al meglio il proprio personale e cercando di potenziare gli organici, storicamente carenti in alcune specialità mediche per l’oggettiva difficoltà a reclutare nuovi dirigenti medici”.

“La pressione e lo stress a cui l’Azienda è sottoposta da oltre un anno rendono in alcuni casi ancor più evidenti queste criticità organizzative; tuttavia – si ribatte da via Mazzini – definire il Pronto soccorso di Marsala una ‘realtà da sottosviluppo” non è veritiero ed è ingeneroso verso tutti coloro che si stanno prodigando da molti mesi, a cui va tutta la gratitudine della direzione”.

Nell’attesa delle verifiche interne avviate, la Direzione dell’Asp evidenzia, anche stavolta, l’importanza di “abbandonare logiche di contrapposizione campanilistica tra ospedali della provincia. Per innalzare il livello qualitativo dei servizi sanitari nella nostra provincia – conclude la nota – occorre infatti proseguire nel percorso di costruzione di una rete clinica d’eccellenza, mettendo a sistema l’offerta assistenziale dei vari presidi ospedalieri in una logica di integrazione e non di contrapposizione. È un percorso obbligato se vogliamo rendere attrattive le nostre strutture per i giovani medici e fare in modo che i concorsi non vadano deserti”.

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