L’associazione Erythros interviene per la prima volta nel dibattito pubblico dopo il crollo, avvenuto nelle ultime settimane, di due Eritrine, una in viale Duca D’Aosta e l’altra in piazza Vittorio Veneto..
Lo fa con un comunicato stampa dopo le opportune analisi e valutazioni tecnico–scientifiche su quanto accaduto.
“Le due Eritrine – si legge nella nota – spezzate nei loro tronchi a seguito degli eventi atmosferici straordinari che hanno causato danni a cose e piante in maniera indiscriminata in tutto il territorio, hanno evidenziato la fragilità e vetustà degli alberi superstiti che, pertanto, dovranno essere curati in modo particolare perché ci si trova di fronte a ‘piante monumentali'(da tempo la pratica per la dichiarazione della monumentalità è sui tavoli della Regione Siciliana) e, per questo motivo, non possono essere trattate con superficialità e incompetenza”.
Erythros, alla luce di quanto accaduto, ha accolto con favore l’incarico conferito dal Comune al professore Francesco Maria Raimondo, noto docente universitario e professionista, per affrontare il delicato tema della cura, preservazione e tutela delle alberate di Eritrina che caratterizzano poche città del Mediterraneo e Trapani è tra queste.
“Le piante – sottolineano dall’associazione – hanno bisogno di un intervento qualificato e di un progetto ragionato di salvaguardia e non di decisioni estemporanee o affrettate, magari sull’onda dell’emozione causata dai due eventi meteorici che ne hanno distrutto due”.
Dalla relazione del professore Raimondo si evince che “lo sbrancamento delle due eritrine è dovuto al fatto che le piante erano troppo alte e, quindi, è necessario abbassarle”.
Gli Interventi indicati da Raimondo e dai suoi collaboratori, prevedono “l’abbassamento della chioma e il rafforzamento dei rami giovani che sono stati lasciati nelle branche principali. Ciò permetterà di avere una pianta che, anche se in parte cava, possa resistere ai venti eccessivi a cui la città di Trapani è stata e potrà essere esposta in questi ultimi mesi e nel futuro a causa delle forti ondate di calore e quindi di trombe d’aria e di forti piogge”.
Gli estremi di temperatura e di pioggia e vento – sottolineano gli esperti – indeboliscono, comunque, tutte le piante e quindi abbassarne il baricentro con interventi mirati consente loro di avere una maggiore stabilità perché riduce il cosiddetto “effetto vela” da parte della loro chioma.
L’associazione Erythros evidenzia “la necessità della collaborazione dei cittadini che, con i loro comportamenti virtuosi e con scelte intelligenti e rispettose, contribuiscano a preservare il patrimonio unico che Trapanesi vissuti prima di noi ci hanno affidato. Le nostre eritrine, ‘alberi monumentali’, come tutti i monumenti, necessitano di un contesto che le valorizzi e non le mortifichi con dehor e contenitori vari che invadono le aiuole. Fiduciosi per l’immediato futuro, i soci dell’associazione ribadiscono la loro disponibilità “per dare un contributo di idee e di azioni volte alla valorizzazione e alla riqualificazione dei luoghi che hanno visto queste fantastiche piante crescere e prosperare”.