Mafia ed estorsioni, condanne definitive per tre esponenti del clan di Castellammare del Golfo

Sono stati ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso

Eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Alcamo tre ordini di esecuzione per la carcerazione emessi dalla Procura della Repubblica di Trapani, nei confronti di Mariano Saracino, 76 anni, e di altri due affiliati al clan mafioso di Castellamare del Golfo: il 66enne Vito Badalucco e suo figlio, il 42enne Martino. 

I tre devono scontare la condanna, rispettivamente, a 4 anni, 1 anno e 11 mesi e 2 anni e 5 mesi di reclusione  in quanto ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I provvedimenti costituiscono l’esito processuale delle indagini condotte tra il 2013 ed il 2016 dai Carabinieri di Alcamo, coordinati dalla D.D.A. di Palermo, nell’ambito dell’operazione denominata Cemento del Golfo. Gli accertamenti condotti all’epoca riuscirono a ricostruire l’organigramma della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo nella quale i tre erano inseriti con ruoli apicali e di cui Saracino era l’allora reggente.

L’indagine era scaturita da una recrudescenza di attentati incendiari ai danni di imprenditori del settore edile nel territorio di Castellammare del Golfo. I danneggiamenti di mezzi e veicoli si collocavano in un contesto mafioso legato alla “famiglia” castellammarese che fa parte del mandamento di Alcamo. I committenti di lavori edili e alcune impresa erano stati costretti, con pressioni e intimidazioni, a rifornirsi di cemento da ditte riconducibili alla clan mafiosa. Gli arrestati sono stati condotti alla Casa Circondariale di Trapani.

Dal lavoro investigativo condotto dai  Carabinieri di Alcamo, era emerso l’organigramma mafioso della cupola di Castellammare del Golfo e la volontà della “famiglia” mafiosa di Castellammare del Golfo di favorire Vincenzo Artale, responsabile di una società attiva nel settore del calcestruzzo, per garantirgli una posizione di forza all’interno di quel mercato.

 

 

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