AGGIORNAMENTO ORE 13
Sono 29 le persone raggiunte dalle misure cautelari dell’autorità giudiziaria eseguiti stamane dalla Polizia nell’ambito della operazione “Acheron” scattata alle prime luci dell’alba di oggi.
Per 19 soggetti è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per i restanti quella degli arresti domiciliari. Alcuni degli indagati sono stati raggiunti, dalle nuove misure adottate nei loro confronti, in carcere dove si trovano per altri reati.
Le indagini condotte dalla Polizia hanno preso il via dalla precedente operazione “Reset” del 2019 che aveva portato a misure cautelari nei confronti di esponenti di una famiglia residente nel quartiere Fontanelle di Trapani. In totale sono 49 le persone denunciate.
Le attività investigative hanno permesso di identificare, tra i vari fornitori di uno dei due gruppi criminali, un noto pregiudicato trapanese e due palermitani ma la filiera più importante di approvvigionamento è stata individuata in quella direttamente attivata tra Calabria e Sicilia, garantita da rapporti privilegiati tra il padre dell’esponente della famiglia di Paceco e due indagati di Rosarno.
Nel corso delle attività investigative, i poliziotti hanno filmato centinaia di vendite di stupefacenti e monitorato numerosi viaggi degli indagati finalizzati a stringere accordi o ad eseguire il trasporto dello stupefacente dalla Calabria che veniva effettuato con il sistema delle staffette per eludere eventuali controlli.
Nell’attività sono stati impiegati oltre 150 poliziotti dei Commissariati di P.S. di Marsala, Alcamo, Castelvetrano e Alcamo e del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica con il supporto dello SCO, dei reparti prevenzione crimine della Sicilia occidentale e orientale e della Calabria meridionale. Utilizzate anche unità cinofile e un elicottero del Reparto volo della Polizia di Palermo.
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La Polizia di Stato di Trapani sta eseguendo decine di arresti e perquisizioni, tra le province di Trapani e Reggio Calabria, nei confronti di numerosi soggetti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno permesso di acquisire gravi indizi sull’esistenza di due distinte organizzazioni criminali, tra loro collegate, operanti a Trapani e provincia, in grado di garantire il funzionamento di numerose piazze di spaccio in città e a Marsala.
In particolare un primo gruppo, facente capo a componenti di una nota famiglia criminale trapanese – da tempo egemone in città nella gestione dei traffici di droga – secondo quanto ricostruito dal GIP del Tribunale di Palermo, aveva organizzato più piazze di spaccio dislocate in diversi punti della città.
Un secondo gruppo, che vede gravemente indiziato come elemento di vertice il figlio di un esponente della famiglia mafiosa di Paceco e tra gli aderenti un altro elemento già condannato come affiliato a Cosa Nostra, si occupava principalmente di garantire l’approvvigionamento delle sostanze, attraverso la raccolta del denaro, l’organizzazione dei viaggi da e per la Calabria e il mantenimento dei rapporti con soggetti vicini alle ndrine del Rosarnese.
In risposta alle attività repressive effettuate durante le indagini, culminate nel sequestro di oltre 35 chilogrammi di hashish e 5 di cocaina, alcuni soggetti, ritenuti dagli investigatori elementi di spicco dell’organizzazione che controllava le piazze di spaccio trapanesi, avevano ipotizzato di creare una sorta di “cartello” in modo da far lievitare il prezzo dello stupefacente e compensare le perdite subite.