Mafia, chiesta condanna in appello per ex consigliere comunale di Castelvetrano

Giambalvo era stato arrestato nel 2014 nell’operazione antimafia “Eden 2” ma era stato assolto in primo grado

Una condanna a 8 anni di reclusione è stata chiesta dal sostituto procuratore generale Carlo Marzella per l’ex consigliere comunale di Castelvetrano Calogero “Lillo” Giambalvo, accusato di essere tra i favoreggiatori del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro.

Giambalvo era stato arrestato il 19 novembre 2014 nell’operazione antimafia “Eden 2” ma era stato poi assolto in primo grado dal gup di Palermo. Dopo il suo ritorno in Consiglio comunale, il Comune di Castelvetrano fu sciolto per infiltrazioni mafiose e commissariato.

Marzella, che ha chiesto e ottenuto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, ha chiesto ai giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo la sua condanna. “Le ulteriori attività istruttorie – ha detto il sostituto pg nel corso della sua requisitoria – consentono di ritenere provata la partecipazione alla famiglia di Castelvetrano” di Giambalvo. L’uomo era stato intercettato mentre diceva di essere “pronto a rischiare trent’anni di galera” per nascondere Messina Denaro e anche di essere disposto ad uccidere il figlio di Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Messina Denaro, che dopo essere stato arrestato, aveva collaborato con gli inquirenti e poi deceduto per una malattia.

Secondo l’accusa Giambalvo avrebbe utilizzato un “metodo mafioso” in tre campagne elettorali: le elezioni regionali siciliane del 2012, le
Amministrative di Castelvetrano del 2012 e quelle di Campobello di Mazara del 2014. “Rapporti con
esponenti politici di rilievo, come Paolo Ruggirello – ha detto il sostituto pg Marzella – con cui Giambalvo
ha progettato la realizzazione di un self service nel Parco archeologico di Selinunte, in sinergia con
l’allora sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, che sarebbe dovuto essere uno dei controllori occulti
dell’iniziativa, assieme all’onorevole Ruggirello”.

Tra gli elementi ricostruiti ci sono anche il coinvolgimento delle
dell’ex consigliere comunale di “Articolo 4” nella tentata estorsione nei confronti di Nicolò Clemente, storico componente del clan di Messina Denaro, episodio per cui Giambalvo è gia stato condannato dal Tribunale di Trapani a sei anni e sei mesi di reclusione.

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