Libia, colpi contro pescherecci di Mazara: ferito comandante dell’Aliseo

L'episodio è avvenuto circa 75 miglia a nord est di Tripoli

Il comandante del peschereccio “Aliseo”, Giuseppe Giacalone, di Mazara del Vallo, è rimasto ferito da colpi sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica in una zona di mare circa 75 miglia a nord est di Tripoli.

L’uomo, che si trovava al timone, ha riportato una ferita al braccio e una alla testa, quest’ultima provocata dalle schegge di vetro della cabina che, dopo i colpi sparati, è andato in frantumi. Le sue condizioni non destano, per fortuna, preoccupazione.

I militari avrebbero esploso alcuni colpi di arma da fuoco di avvertimento intimando all'”Aliseo” e a un altro peschereccio, l'”Artemide”, di fermarsi.
La nave “Libeccio”, della Marina Militare, che si trovava a poche miglia dalle due imbarcazioni italiane, è stata autorizzata dai libici ad approntare il soccorso. I due motopesca sono stati rilasciati. L’Artemide, nel 2012, fu fermato a oltre 25 miglia dalle coste egiziane, condotto al porto di Alessandria e poi rilasciato dopo circa dieci giorni.

“Era tutto prevedibile – commenta il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci – ne parliamo da giorni qui. La questione è sempre la stessa. Adesso ci dicano se dobbiamo andarcene ma lo Stato Italiano deve proteggere gli italiani, l’italia si faccia sentire. Subito”.

L’Aliseo arriverà al porto di Mazara del Vallo domani sera. Lo ha confermato il figlio del comandante, Alessandro Giacalone. «Sono soddisfatto dell’operato del Governo, perché subito si è arrivati a una soluzione, evitando il peggio», ha detto il giovane che è rimasto in contatto tutto il
pomeriggio con la Farnesina, la Capitaneria di porto di Mazara
del Vallo e il fratello Giacomo, a bordo di un altro peschereccio, l'”Anna Madre”, impegnato in una battuta di pesca.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: “Basta! – ha detto – Non ne possiamo più di queste azioni di violenza delle motovedette libiche contro i nostri motopescherecci. Non è tollerabile che i pescatori siciliani debbano andare a lavorare nelle acque internazionali con l’incubo di finire arrestati, sequestrati o persino mitragliati, senza colpa alcuna. Il governo italiano apra finalmente un confronto serio e risolutivo con Tripoli. Non vorrei pensare che per Roma la legittima tutela di interessi economici con la Libia debba fare dei pescatori siciliani una sorta di carne da macello”.

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dopo l’attacco di oggi, al lar

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