Annuncia sit-in “ad oltranza fino a concertazione” il Coordinamento regionale Professionisti Emergenza Covid-19 Sicilia che rappresenta migliaia di,lavoratori, amministrativi e tecnici reclutati, così come è stato per medici, infermieri e operatori socio sanitari nelle diverse Aziende Sanitarie dell’Isola durante l’emergenza covid.
Oggi, in assenza di una norma che li tuteli, rischiano il posto di lavoro e la possibilità di continuare a garantire, considerata la grave carenza di personale nel Servizio Sanitario Nazionale, i servizi essenziali d’assistenza. Queste figure hanno svolto, durante l’emergenza pandemica, un’intensa attività e un’importante attività di supporto, occupandosi oltre che delle specifiche attività connesse al contrasto alla pandemia, anche di attività di collaborazione necessarie per lo svolgimento delle procedure amministrative necessaria ad assicurare ai cittadini i Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A), acquisendo così nuove competenze e diventando un fondamentale ingranaggio del Sistema sanitario regionale.
“In questi giorni, dopo gli innumerevoli sacrifici compiuti – si legge nella nota stampa diffusa dal Coordinamento regionale – apprendiamo con nostro grande rammarico e disappunto come l’emendamento che riguardava la possibilità di una stabilizzazione del personale amministrativo e tecnico, al pari del personale sanitario e socio-sanitario, è naufragato, per cause ancora a noi ignote, insieme alle speranze di migliaia di lavoratori di vedere riconosciuto il giusto merito per il lavoro svolto negli ultimi due anni”.
“Ci aspettiam segnali immediati e tangibili sul nostro futuro lavorativo da parte di chi ha il potere di non rendere vano l’impegno da noi profuso durante questi anni difficili che implicherebbe, inoltre, il rischio di dispersione di competenze acquisite di cui il Servizio sanitario regionale e nazionale potrebbe, invece, far tesoro”, spiegano i componenti del Coordinamento regionale, composto dai rappresentanti dei Comitati delle 9 province siciliane tra cui quella di Trapani.
Mentre il personale sanitario e socio-sanitario è stato già inserito in un chiaro percorso normativo che li tutela e che estende al 31 dicembre 2024 il termine di scadenza dell’arco temporale in cui gli enti del Servizio Sanitario Nazionale possono assumerli a tempo indeterminato, così non è per il personale amministrativo. “Ci sembra di assistere – prosegue la nota del Coordinamento regionale – all’ennesima disparità di trattamento ingiustificata. Siamo amareggiati, delusi e ci sentiamo traditi perché le tante promesse e rassicurazioni, fino a questo momento sono state malamente disattese da chi può tutelare noi ed un Sistema Sanitario regionale che, senza di noi, subirebbe un ulteriore duro colpo che la Sanità non può permettersi!
Si chiedono le stesse forme di tutela garantite al personale medico ed infermieristico e, nell’attesa che queste possano attuarsi, una congrua proroga dei contratti in scadenza il prossimo 31 dicembre. “Riconosciamo – conclude la nota – l’impegno preso dal Governo nazionale attraverso l’ordine del giorno che mira a porre in essere una definitiva soluzione per la nostra categoria all’interno del Milleproroghe, come dichiarato da autorevoli esponenti del partito di maggioranza, augurandoci che questa volta l’impegno preso venga mantenuto. La nostra rivendicazione, fatta di ragioni giuridiche e corroborata dall’esperienza maturata sul campo, andrà avanti in ogni sede, fino a quando non saranno riconosciute le nostre legittime aspettative. È ora, infatti, che la politica regionale e nazionale giunga ad una celere soluzione anche per tutti gli amministrativi e tecnici reclutati durante l’emergenza covid. Per tutti questi motivi, se la situazione non dovesse trovare immediata soluzione giuridica e politica, il Coordinamento regionale annuncia l’intenzione di dar vita a “forme di protesta ad oltranza nelle sedi ritenute più opportune, al fine di giungere ad una risoluzione concreta”.