Rinviato a giudizio il comandante, di nazionalità egiziana, della nave mercantile “Lady Farida” accusato di aver sversato un ingente quantitativo di idrocarburi nelle acque del porto di Trapani nel maggio 2022.
Le attività d’indagine svolte dai militari della Capitaneria di Porto di Trapani, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno consentito di formulare numerose ipotesi di addebito a carico del Comando della nave, all’epoca dei fatti ormeggiata al molo Isolella per operazioni commerciali. Il 24 maggio 2022, veniva segnalato un inquinamento nel porto di Trapani da idrocarburi, rilevato all’interno delle darsene e dei pontili galleggianti, caratterizzato da un’ampia chiazza nera di prodotto aggrumato, molto compatto e denso, esteso a chiazze per uno specchio acqueo di circa 350 metri, che aveva raggiunto navi ed infrastrutture portuali, provocando danni a numerose imbarcazioni.
L’improvviso mutamento delle condizioni meteorologiche, con venti variabili, avrebbe potuto determinare lo spostamento delle sostanze inquinanti verso il cosiddetto “canale di mezzo”, unico collegamento con la Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco, vasta area di grande interesse naturalistico ambientale.
L’esigenza di scongiurare la contaminazione aveva indotto l’allora comandante del Compartimento Marittimo a dichiarare lo stato di emergenza locale, attivando le procedure operative previste dal Piano antinquinamento locale per proteggere le vicine vasche delle saline e l’Area protetta. Furono necessari numerosi e costosi interventi di aspirazione con mezzi specializzati e il posizionamento di numerose barriere meccaniche di contenimento dei circa 3.000 litri di olio combustibile aspirato e la tempestività delle operazioni permise di evitare gravi conseguenze per l’ecosistema.
Le ipotesi investigative della Capitaneria di Porto di Trapani, supportate da accertamenti tecnici ed ispettivi eseguiti, saranno vagliate dal giudice nel corso dell’udienza preliminare che è già stata fissata.