La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, perché ritenuto inammissibile, presentato dalla Procura di Trapani contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo che aveva annullato la misura cautelare nei confronti del deputato regionale Dario Safina.
Lo rende noto lo stesso parlamentare trapanese. Già la Procura generale aveva chiesto la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, condividendo nel merito le motivazioni dell’ordinanza del Riesame.
I fatti risalgono allo scorso 24 gennaio, quando Safina fu posto agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio per vicende che riguardavano il suo operato da assessore comunale ai Lavori pubblici a Trapani negli anni tra il 2020 e il 2021.
Dopo l’interrogatorio di garanzia, il 30 gennaio, il Gip del Tribunale di Trapani aveva disposto la revoca dei domiciliari e l’obbligo di dimora a Trapani ed Erice.
Il Tribunale del riesame di Palermo, il 5 febbraio, aveva accolto la richiesta di annullamento di tutte le richieste di misure cautelari. Secondo i magistrati palermitani non sono mai esistiti, nel merito e secondo l’articolo 273, indizi di colpevolezza.
“Oggi, alla luce delle ultime determinazioni – dice Safina – confido che la vicenda possa agevolmente volgere verso l’archiviazione. Non ho mai perso fiducia nella Giustizia e nel sistema giudiziario. Ringrazio i miei avvocati difensori Giuseppe Rando, Salvatore Longo e Debora Ciaramitaro per l’ottimo lavoro svolto”.