La gip del Tribunale di Marsala Sara Quittino ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica presentata dall’avvocata di Ernesto Favara, il 63enne che lo scorso 24 dicembre ha ucciso con dodici coltellate la moglie, Maria Amatuzzo, a Marinella di Selinunte, nel territorio di Castelvetrano.
La richiesta – come riporta un articolo su Tp24.it – mirava a verificare se, al momento del delitto, Favara fosse capace di intendere e di volere. La giudice per le indagini preliminari non ha accolto la richiesta, ritenendola «prima ancora che infondata, del tutto inammissibile». Favara, intanto, resta in carcere. Anche la richiesta di una misura cautelare diversa da quella della custodia in carcere, avanzata per motivi di salute – l’uomo, infatti, ha necessità di effettuare la dialisi – è stata respinta: il trattamento viene effettuato ogni settimana in una struttura sanitaria e poi l’uomo viene ricondotto in cella alla Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.
A fine gennaio Favara dovrà comparire in Tribunale nel processo per maltrattamenti ai danni di Maria Amatuzzo che, però, aveva scelto – secondo quanto riferito dal legale del padre della vittima in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia – di non costituirsi parte civile perché temeva una reazione del marito.
Che i rapporti tra i due fossero ormai logorati – la 29enne aveva lasciato l’abitazione familiare andando a vivere con un nuovo compagno – lo dimostra anche la circostanza che, lo scorso mese di ottobre, Favara aveva presentato una denuncia nei confronti della moglie, per violazione degli obblighi di assistenza familiare, poi ritirata dallo stesso dopo due giorni.