I finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo in servizio a Pantelleria, sotto il controllo operativo della Sezione Operativa Navale di Lampedusa, hanno sottoposto al fermo di indiziato di delitto i tre componenti dell’equipaggio di una imbarcazione da pesca tunisina con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
A seguito dell’individuazione di un’imbarcazione sospetta da parte della rete radar costiera del Corpo installata a Pantelleria e in uso del Reparto Operativo Aeronavale di Palermo, è stata inviata in zona un’unità navale rumena del dispositivo europeo Frontex. All’atto dell’intercetto, avvenuto nelle acque territoriali italiane, è stato individuato un gommone di modeste dimensioni e scarsa galleggiabilità con a bordo 8 migranti tunisini. Nelle vicinanze è stata notata la presenza di un’imbarcazione da pesca straniera, non impegnata in alcuna attività.
Pertanto è intervenuta la vedetta classe V.1100 della Sezione Operativa Navale di Porto Empedocle, anch’essa dislocata temporaneamente a Pantelleria e, vedendola avvicinare, il motopesca ha provato ad allontanarsi. Una volta fermatolo, i finanzieri hanno notato la totale assenza di pescato e le attrezzature totalmente asciutte ed inutilizzate.
Questi elementi, uniti alle ottime condizioni di salute dei migranti intercettati, poco compatibili con quelle di chi affronta i “viaggi della speranza” via mare e alla precarietà del gommone sul quale si trovavano, sicuramente non in grado di affrontare l’intera traversata dalla Tunisia, hanno indotto i militari a condurre il peschereccio al porto di Pantelleria per altri approfondimenti.
Le successive attività investigative, svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Marsala, hanno portato all’esecuzione della misura del fermo per i componenti dell’equipaggio del peschereccio tunisino che sono stati trasferiti a Trapani per poi essere condotti alla Casa Circondariale “Pietro Cerulli”. Il gip del Tribunale di Marsala, ritenendo solido il quadro probatorio a carico degli indagati, ha convalidato i fermi, confermando l’esigenza della custodia cautelare in carcere.