Si accende il semaforo verde sui lavori di “Riqualificazione, funzionalizzazione e renderizzazione dei resti del tempio di Venere Ericina”, uno dei simboli della cittadina medievale di Erice, che sono stati assegnati dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani all’impresa Recoge di Paternò.
Come riportato dal Giornale di Sicilia, è stato sottoscritto il contratto tra la soprintendente Mimma Fontana e il rappresentante legale della società, Antonino Navarria. I lavori sono finalizzati a salvaguardare quello che resta dell’antico santuario della dea che fu Afrodite per i Greci, Tanit per i Cartaginesi e Venere per i Romani, luogo nel quale le Jerodule, “servitrici della dea”, esercitavano la prostituzione con la funzione sacrale di sprigionare energie attraverso il potere della fecondazione. Il santuario, ubicato in una posiziona strategica sulle rotte commerciali, era frequentato da mercanti, marinai e viaggiatori fenici, cartaginesi, greci e romani.
Il progetto complessivo, oltre alla riqualificazione e alla funzionalizzazione dei resti del tempio, ne prevede la renderizzazione, processo che permetterà di generare, con un apposito programma, un’immagine digitale dello storico sito corredata da una serie di informazioni, la descrizione degli oggetti e un punto di osservazione.
La Regione ha anche finanziato la rifunzionalizzazione ed il restauro conservativo dell’ex Convento dei Cappuccini per circa 2 milioni di euro. Anche questo intervento, già appaltato attraverso la piattaforma Sitas E-Procurement della Regione Siciliana, porterà al recupero dell’intero complesso monumentale dopo che una sua parte, già oggetto di lavori di adeguamento, ospita il Convento delle Clarisse che vi sono trasferite nei mesi scorsi a causa dello stato di precarietà delle condizioni strutturali della loro antica sede di Alcamo.