“I primi bandi relativi all’agrivoltaico dovranno uscire tra marzo e aprile prossimi ma speriamo anche di anticipare i tempi”. Lo ha detto Laura Bastone, senior analyst del Dipartimento energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, intervenendo in videoconferenza alla VI edizione dell’Energy Conference, svoltasi ieri a Marsala.
“I tempi saranno inevitabili anche per le Comunità energetiche rinnovabili – ha spiegato Bastone – la richiesta del contributo dovrà, infatti, essere effettuata entro il 1° marzo 2025 e le iniziative dovranno essere in esercizio entro il 30 giugno 2026”.
Il convegno, organizzato da Energia Italia, società benefit leader del settore energetico di Campobello di Mazara, quest’anno ha avuto come tema “Vent’anni di soluzioni green” e ha visto la partecipazione di una folta schiera di addetti ai lavori impegnati nella filiera green in Italia. Istituzioni, associazioni di categoria, produttori di tecnologie, ordini professionali e istituti di credito tutti attorno a un tavolo per valutare e riflettere sul futuro. La Energy Conference era stata anticipata, mercoledì scorso, da “Energy GreenVision”, il tavolo tecnico tra tutti gli attori protagonisti.
L’Energy Conference ha promosso un’analisi approfondita sull’evoluzione delle energie rinnovabili e del fotovoltaico. Da tecnologia ancora agli albori un ventennio fa, oggi il fotovoltaico ha assunto un ruolo di notevole importanza, soprattutto in una regione come la Sicilia, snodo strategico fondamentale nella transizione energetica e naturalmente predisposta alla sostenibilità energetica.
Da quanto emerge dagli ultimi dati forniti da Terna, da gennaio a dicembre 2023 il nuovo fotovoltaico allacciato in Italia è stato di 5,2 GW, segnando una crescita del 111% rispetto allo stesso periodo del 2022 (2,48 GW). “Siamo in una fase di grande fermento nel campo energetico”, ha aggiunto Luca Barberis della direzione promozione sviluppo sostenibile del Gestore servizi energetici. “In questo contesto – ha aggiunto – tra Pnrr e altri meccanismi di supporto nel settore, diventerà sempre più importante sviluppare competenze energetiche sul territorio”.
“Nell’ambito dell’agrivoltaico, chiediamo alle Istituzioni di ascoltare le associazioni di categoria, tra cui agronomi, Coldiretti e Confagricoltura, con l’obiettivo di stimolare un approccio più pragmatico che aiuterà lo sviluppo di certi impianti”, ha detto Emiliano Pizzini, vicepresidente di Italia Solare.
“Nel 2023 la Sicilia è stata al primo posto in Italia per autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, segno dell’attenzione al settore da parte del governo regionale, coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con il “New green deal” europeo, con la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con interventi orientati a migliorare la competitività, accrescendo nel contempo la fiducia dei cittadini e delle imprese.
Lo ha detto il presidente della Regione Renato Schifani nel messaggio di saluto, letto da Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars, inviato ai partecipanti alla conferenza.
“La Regione Siciliana, per la sua collocazione geografica e per le caratteristiche ambientali – ha proseguito Schifani – può e deve diventare un importante hub energetico. Tale approccio è di fondamentale importanza in previsione del nuovo decreto ‘burden sharing’, in fase di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che fissa per la Sicilia un obiettivo al 2030 di 10,38 GW di potenza installata complessivamente per le fonti rinnovabili”.
“Lo sviluppo delle rinnovabili va inserito in un quadro regolatorio che contemperi le diverse esigenze del territorio – ha detto nel suo intervento Roberto Sannasardo, energy manager della Regione -. La necessità di bilanciare la produzione di fotovoltaico con la tutela del territorio siciliano va fatta anche promuovendo iniziative con impatto positivo sui cittadini. Guardiamo con molto interesse allo sviluppo delle Comunità energetiche, il cui sviluppo è essenziale anche ai fini dell’abbattimento di un fenomeno che purtroppo colpisce la realtà siciliana, ovvero quello della povertà energetica.
La richiesta di nuovi impianti in Sicilia – ha spiegato Sannasardo – rappresenta circa il 25% di tutto ciò che viene chiesto in Italia. Una tecnologia di grande interesse (anche se non è nelle competenze dirette della Regione) è inoltre l’offshore, anche alla luce del fatto che il Canale di Sicilia è il luogo scelto dagli investitori come uno dei più produttivi a livello energetico. Questo determinerà un grande sviluppo che impatterà su un altro aspetto fondamentale, ovvero lo sviluppo della rete che, attualmente, non è in grado di ospitare tutta l’energia prodotta dagli impianti, se intendiamo raggiungere gli obiettivi futuri. Il pericolo è quello di fare grandi sforzi per la realizzazione di grossi impianti per poi scontrarsi con il nodo della rete che rischia di non permetterci di utilizzare tutta l’energia prodotta, con grave dispendio economico e di impegno. Produrre energia per poi non utilizzarla è uno spreco che non ci possiamo permettere”, ha concluso Sannasardo.