“Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”. Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo l’aveva messo nero su bianco. E ancor una volta, questa frase aiuta a comprendere come nella politica si possa uscire dalla porta e rientrare dalla finestra.
Si è dimesso da assessore del Comune di Trapani Dario Safina. Nessuna comunicazione ufficiale: solo un post su Facebook che annuncia il suo volere. “Ho deciso di essere a disposizione del mio partito, il Partito Democratico della Sicilia, per affrontare una eventuale campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. La politica è una cosa seria, l’attenzione per il territorio oggi impone scelte importanti e responsabili. Non mi sono dimesso a cuor leggero, amo la mia città, Trapani, amo il servizio prestato alla comunità che mai tradirò per personalismi. Ringrazio il sindaco, per l’opportunità finora concessa, per il lavoro svolto, di squadra, e senza perdere mai di vista il bene della città. Ringrazio i colleghi di giunta, abbiamo condiviso un percorso davvero importante, di crescita politica, umana, personale”.
Safina prima era stato eletto come consigliere con 265 preferenze nella lista “Cambia-Menti – Tranchida Sindaco”. Successivamente è stato nominato assessore rinunciando alla carica di consigliere. Da assessore aveva le deleghe a Lavori pubblici, Illuminazione pubblica, Servizio patrimonio, Organizzazione e gestione del personale, Controllo analogo e Partecipate.
La novità, però, è che Giacomo Tranchida, con un decreto del sindaco, affida allo stesso Safina un incarico gratuito “nell’ambito delle materie attinenti i rapporti giuridici del personale, l’espletamento procedure di gara ai fini dell’attuazione del PNRR e delle organizzazioni sindacali nonché il supporto giuridico normativo in materia di affidamento in house delle partecipate e del controllo analogo sulle stesse” per un mese.