Un incontro molto partecipato quello svoltesi al Centro Polivalente di Petrosino tra diverse sigle sindacali, presidenti di Cantine e Istituzioni politiche per dare voce e sostegno alla battaglia a favore del settore agricolo nel Trapanese dove, a fronte di calamità quali siccità e peronospora, con danni stimati attorno a 350 milioni di euro, non arrivano ancora risposte soddisfacenti dal Governo regionale.
Il portavoce dell’associazione I Guardiani del Territorio, promotrice dell’incontro, ha lamentato il fatto che il governo nazionale ha scaricato le responsabilità sulle Regioni non dando alcun segno di attenzione al comparto. “L’unica speranza poteva venire dalla Regione Sicilia che lo scorso 8 novembre ha presentato una proposta di Legge di stabilità – ha detto Piccione – facendo presumere che i fondi in cassa ci fossero ma poi sono stati destinati ad altro. La politica trapanese deve difendere e valorizzare i nostri prodotti tipici che rappresentano il fiore all’occhiello per creare ricchezza e benessere facendo circolare tutta l’economia. I danni causati da calamità, siccità e peronospora, ammontano a circa 350 mln di euro. Stiamo organizzando una manifestazione a Palermo davanti Palazzo dei Normanni per far sentire forte la nostra voce”.
Ha dato la propria disponibilità ad aderire ad una manifestazione a Palermo il rappresentante di FEDERAGRI Michele Di Maria rivolgendo un appello ai deputati regionali per individuare fondi nella Legge Finanziaria per il ristoro dei danni causati dalla siccità e dalla peronospora.
Il rappresentante di FLAI CGIL, Giovanni Di Dia, rivolgendosi ai sindaci della provincia di Trapani ha chiesto loro di stare al fianco dei viticoltori. “L’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino dovrebbe spiegare, specie agli organi di stampa – ha affermato Di Dia – perché vengono destinati fondi alla Sicilia orientale dimenticandosi di quella occidentale”.
Il presidente delle Cantine “Colomba Bianca”, Leonardo Taschetta, ha sottolineato che per il settore vino, soprattutto i vini rossi, “c’era bisogno della distillazione, e per questa battaglia ho ottenuto che si facesse una richiesta per Bruxelles e a Roma con il Ministero dell’Agricoltura, autorizzazioni che abbiamo ottenuto, ma arrivati a Palermo la risposta della politica è stata che ci è stato concesso di fare la distillazione ma con copertura finanziaria inferiore a quanto pattuito. Siamo riusciti a coinvolgere tutte le organizzazioni sindacali, persino la CIA storicamente contraria alla distillazione. Ed è in maniera unitaria che riusciremo a portare avanti le nostre battaglie a favore dei produttori che conferiscono alle Cantine, senza colori e sbandieramenti partitici”.
Ha preso poi la parola l’assessora comunale alle Politiche agricole di Petrosino, Caterina Marino, ponendo l’accento sul fatto che la crisi socio-economica “ha un effetto domino su tutto il tessuto provinciale e sulle voci del territorio rimaste inascoltate”
Ha fatto sentire la propria vicinanza e presenza con una videochiamata, ringraziando i cittadini per una battaglia che definisce sacrosanta, l’erodeputato Dino Giarrusso che ha fatto sapere di stare preparando una interrogazione parlamentare da portare a Strasburgo e ha fatto appello al presidente Schifani “per cercare di trovare un accordo per la destinazione di fondi a tutto il settore agricolo”.
Ha chiuso gli interventi il sindaco Giacomo Anastasi che ha definito la crisi che ha investito e sta vivendo il comparto agricolo, la “tempesta perfetta”. Anastasi, in rappresentanza di tutti i sindaci della provincia di Trapani, ha posto l’accento sulla costruzione di alleanze e non di scontri che creano nemici.
“Porto questa sera la voce dei 25 sindaci della provincia di Trapani che unitariamente all’inizio di agosto ha sottoscritto un documento in barba alle appartenenze politiche – ha dette – perché non abbiamo bisogno di dividerci, questa non è una battaglia di destra o di sinistra, e non deve diventare una battaglia politica partitica, questa è una battaglia di territorio, della difesa di una comunità, per contrastare una crisi che rischia di essere veramente l’ultima per la chiusura definitiva di migliaia di aziende agricole.
Da sindaci abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili e immaginabili e fino a oggi ci stiamo riuscendo e se ci sarà bisogno di andare a Palermo a discutere con il governo, noi ci siamo, perché la risposta della politica non può essere quello ‘zero’ lì, seppur con qualche piccolo segnale ma insufficiente per una crisi di questa portata”.