Dopo i primi sopralluoghi tecnici di lunedì scorso, i cui esiti saranno illustrati nella riunione di oggi della cabina di regia istituita e guidata dal presidente della Regione per trovare soluzioni alla crisi idrica in Sicilia, comincerà un nuovo giro di verifiche che, tra sabato e martedì prossimo, dovrebbe portare ad un parere definitivo su costi, risultati e tempi per l’ammodernamento e la conseguente riattivazione dei tre dissalatori presenti in Sicilia: a Trapani, Porto Empedocle, e Gela. Il primo impianto, di proprietà regionale, è chiuso dal 2014 e nel tempo è stato oggetto di furti e atti vandalici. A chiederne alla Regione la riapertura sono stati, nei giorni scorsi, anche il Comune di Trapani e l’ATI idrica.
Una soluzione che, però, deve ancora fare i conti sia con ulteriori verifiche sia con la disponibilità degli stanziamenti necessari che sono legati alla dichiarazione dello stato d’emergenza chiesta dalla Regione al governo nazionale.
Rimettere in attività i dissalatori – ma resta da capire in che tempi a fronte anche dell’incombente stagione estiva – potrebbe compensare i tagli idrici già messi in atto nella parte sud-occidentale dell’Isola dove la penuria d’acqua potabile, insieme all’area del Palermitano, è più grave mentre nella Sicilia orientale il problema riguarda soprattutto gli invasi utilizzati per l’irrigazione agricola.