Covid, nuove regole in Sicilia per uscire dalla quarantena

Basterà il tampone rapido per diagnosticare positività al Covid, decretare la guarigione e uscire a quarantena e isolamento

Novità importante per quel che riguarda i tamponi in Sicilia. Secondo la circolare firmata ieri da Francesco Bevere, dirigente generale del Dasoe, e da Mario La Rocca, dirigente generale del Dipartimento per la Pianificazione Strategica della Regione Siciliana, basterà il tampone rapido per diagnosticare i casi di positività al Covid, decretare la guarigione e uscire a quarantena e isolamento.

Passa quindi la richiesta, avanzata lo scorso 1 gennaio dai commissari straordinari Covid delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina che avevano sottolineato le criticità dovute alla grande richiesta di tamponi e alla carenza di reagenti in Sicilia e, dall’altro, le attese sfibranti dei cittadini per ottenere l’esito dei tamponi molecolari. La decisione è stata presa in seguito al costante aumento dei contagi, basandosi su circolari ministeriali e previo parere della professoressa Francesca Di Gaudio, responsabile del CRQ (Centro Regionale Qualità Laboratori) della Sicilia.

Da oggi, dunque – nell’ambito dell’iter gestito dalle Asp – per accertare la positività al Covid e la necessità di isolamento, sarà sufficiente il test antigenico rapido senza la conferma del molecolare. Se si è sintomatici e il test rapido di generazione avanzata risulta negativo occorrerà, però, effettuare un secondo tampone antigenico rapido di analoga generazione a distanza di 2-4 giorni o un molecolare, esclusivamente sulla base della valutazione clinica (presenza e gravità dei sintomi) ed epidemiologica del caso.

Il test antigenico rapido di generazione avanzata sarà eseguito anche per decretare la fine della quarantena di un positivo e dei contatti stretti dei positivi.

Nella circolare si evidenzia che tutte le strutture autorizzate all’esecuzione di test antigenici rapidi (cioè farmacie, laboratori) dovranno continuare a garantire l’inserimento dei dati relativi a questi test nei sistemi informatici regionali per permettere la tempestiva presa in carico dei casi positivi.

“Le Aziende Sanitarie del SSR ed il Dirigente del Servizio 9 DASOE, a partire dal 6 gennaio – si legge nella nota inviata alle Asp – provvederanno, per gli aspetti di competenza, ad integrare le attività di presa in carico dei pazienti e i flussi statistici. In particolare dovranno essere riportati nel Sistema di Sorveglianza Integrata dell’Istituto Superiore di Sanità anche i casi positivi ai test rapidi di generazione avanzata, secondo quanto previsto dalla direttiva dell’Assessorato alla Salute”.

Gli esperti del Comitato tecnico scientifico regionale, però, lanciano l’allarme perchè, dal loro punto di vista e come sostiene anche Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi, la variante Omicron sfuggirebbe al test rapido quasi una volta su due: molti, negativi al rapido, si sono sottoposti ugualmente al molecolare, risultando poi positivi.

“Tutti i milioni di test antigenici finora usati in Sicilia non hanno dato falsi positivi, se non in un numero irrisorio e solo in caso di card usate all’aperto e bagnate – ha scritto nel suo parere la professoressa Francesca Di Gaudio -. La predittività del caso positivo del test antigenico è molto alta ed il pericolo per la salute pubblica di un falso positivo rispetto ad un falso negativo è sicuramente inconfrontabile”.
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