Trapani è tra le province italiane dove i padri usufruiscono meno del congedo di paternità. Il dato emerge dall’elaborazione di Save The Children, in occasione della Festa del Papà, sulla base degli ultimi dati Inps.
Nell’intero territorio nazionale, nel 2013 era poco meno di un padre su cinque (pari al 19,26 per cento), cioè ne hanno usufruito 51.745 padri, mentre nel 2022 sono stati più di tre su cinque (pari al 64,02 per cento), cioè 172.797, con poche differenze a seconda che si tratti di genitori del primo (65,88 per cento), secondo o successivo figlio (62,08 per cento).
Sebbene l’incremento si registri in tutta Italia, chi ne usufruisce di più vive nelle province del Nord. Valori di fruizione inferiori al 30% si riscontrano, infatti, nelle province di Crotone (24 per cento), Trapani (27 per cento), Agrigento e Vibo Valentia che si attestano al 29 per cento, mentre superiori all’80 per cento si registrano nelle province di Bergamo e Lecco (81 per cento in entrambi i casi), Treviso (82 per cento), Vicenza (83 per cento) e Pordenone (85 per cento).
Ad utilizzare maggiormente il congedo sono gli uomini fra i 30 e i 39 anni (65,4 per cento) e fra i 40 e i 49 (65,6 per cento).
Alla sua introduzione, nel 2012, il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neopapà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto.
Dall’analisi dei dati emerge che è più probabile che il padre usufruisca del congedo di paternità se lavora in aziende medio-grandi. Fra quelle con oltre 100 dipendenti, infatti, l’utilizzo è pari al 77%, fino ad arrivare al 45,2% nelle aziende con 15 dipendenti o meno.
Forti le disuguaglianze tra le diverse tipologie contrattuali: tra i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato la percentuale sfiora il 70% (69,49%), tra quelli con contratto a tempo determinato scende al 35,95% e tra gli stagionali arriva al 19,72%.