Il gup di Palermo ha condannato a sei anni e otto mesi per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena Andrea Bonafede, cugino ed omonimo del geometra di Campobello di Mazara che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro.
Bonafede – che ha scelto di essere processato con il rito abbreviato –
era accusato di aver fatto da intermediario tra il boss allora latitante e il medico Alfonso Tumbarello nel periodo in cui il capomafia era in cura per il cancro al colon che poi l’ha ucciso. L’imputato faceva avere a Messina Denaro le ricette intestate al geometra e le prescrizioni firmate da Tumbarello necessarie alle terapie.
Bonafede si è difeso sostenendo di non sapere che il reale malato era il padrino ma di essere convinto che ad avere il tumore fosse il cugino che voleva, però, tenere riservata la patologia.
Il giudice ha accolto solo parzialmente le richieste della Procura che aveva chiesto la condanna a 13 anni di carcere. Andrea Bonafede era stato arrestato il 7 febbraio di quest’anno, poche settimane dopo la cattura di Messina Denaro avvenuta a Palermo il 16 gennaio dopo una latitanza trentennale.