Coliche renali: l’impennata delle temperature estive crea nuovi campanelli d’allarme

Estate coliche e mal di schiena possono essere campanelli d’allarme dei calcoli renali. Amici miei, oggi tenterò di spiegarvi perché in estate i calcoli renali si possono far sentire di più. Con l’impennata delle temperature estive le coliche renali sono in agguato.

Sotto accusa la disidratazione, complice della formazione dei calcoli, «i “sassolini”, che si sviluppano nell’area compresa tra le cavità del rene e la vescica per colpa di un eccesso di sali presenti nelle vie urinarie». Giusto per afferrare la questione: avete presente una tazzina di caffè?

È facile che pur mescolando lo zucchero, quest’ultimo ristagni sul fondo. Se bevete, invece, una tazza di tè, lo zucchero tenderà a sciogliersi del tutto nella bevanda. La ragione è intuibile: quando il liquido è più abbondante, lo zucchero si scioglie più agevolmente. Questa regola andrebbe quindi applicata al nostro organismo per evitare la formazione dei calcoli.

Insomma, il messaggio è chiaro: «Bere poco e frequentemente aiuta a rendere abbondanti le nostre urine e a scongiurare, pertanto, che queste “pietre” si formino». Il rifornimento dev’essere continuo per garantire un apporto costante di liquidi e rendere, tra l’altro, l’acqua più digeribile, evitando la sensazione di “pancia gonfia”.

La quantità ottimale di liquido che deve assumere una persona adulta e sana ogni giorno è di 2 litri complessivi, per recuperare i liquidi persi con le urine e distribuire nel corpo la quantità di acqua necessaria alla vita delle cellule. Per raggiungere questo valore è bene suddividere nella giornata la quantità di acqua da bere.

Per facilitare questa operazione è meglio avere a disposizione tre bottigliette da mezzo litro, da bere nel corso della giornata. Il resto dei liquidi che occorrono per arrivare a 2 litri si prendono dall’alimentazione, frutta, verdura, vino, bibite, caffè, latte e altre bevande. Questo, ovviamente, se si tratta di persone sane, dai giovani agli anziani.

Ma se l’individuo soffre di cardiopatia con scompenso cardiaco, insufficienza renale allo stadio 4 o 5 o altre malattie che richiedono minor apporto di liquidi, è meglio sentire il parere del medico di famiglia o di uno specialista nefrologo o cardiologo.

Chi pratica sport, non a livello agonistico, deve comunque bere di più perché deve recuperare i liquidi persi con la sudorazione. Occorre stare attenti anche alle stagioni e al clima del territorio o della città di residenza. In estate, quando la temperatura è più alta, la quantità di liquidi va adeguata alla temperatura.

Per gli anziani, oltre i 70 anni, è più facile cadere nel rischio della poca acqua, perché non sentono il sintomo delle sete e quindi bevono molto meno, rischiando la disidratazione!

Apriamo una breve parentesi importantissima. Mi capita frequentemente di essere contattato per un paziente che non beve e presenta i sintomi dell’insufficienza renale acuta cioè urina pochissimo ed aumentano i valori di creatinina e di azotemia, la patologia renale, spesso si risolve con l’assunzione di acqua o con somministrazioni di liquidi con le flebo.

Ritorniamo alla calcolosi renale… Stai bevendo troppo poco il colore delle urine ti può aiutare a rispondere a questa domanda:

Amici miei ricordate sempre di avere buona cura del vostro corpo, che è l’unico posto in cui dovete vivere!

Se avete sintomi riferibili alla calcolosi renale quali:

  • Dolore acuto, che si irradia verso il basso fino all’inguine.
  • Dolore acuto al fianco e alla schiena, nella parte immediatamente sotto le costole.
  • Tracce di sangue nelle urine. Nausea e vomito. Sudorazione. Pallore. Tachicardia.
  • Bisogno di urinare con frequenza

Fate immediatamente un controllo!

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