Si attende una soluzione alternativa – che spetta alla Regione indicare – per risolvere, prima che diventi più grave – la problematica relativa alla raccolta dei rifiuti indifferziati (RSU) in diversi comuni del Trapanese dopo la chiusura dell’impianto di trattamento gestito dalla Trapani Servizi. La problematica riguarda, in totale, 78 comuni siciliani distribuiti in cinque province.
La riunione svoltasi martedì scorso, 20 febbraio, all’Assessorato regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità – a cui erano presenti i presidenti della Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti nei territori – non ha sortito i risultati sperati. Erano presenti, infatti, Massimo Fundarò (presidente SRR TP Nord), Natale Tubiolo (presidente SRR Città Metropolitana Palermo), Daniela Fiandaca (presidente SRR Palermo Est), Matteo Amabile (presidente SRR Palermo Ovest), Vito Marsala (presidente SRR Agrigento Ovest) e Giuseppe Castiglione (presidente SRR TP Sud).
La problematica sull’impianto della Trapani
Servizi si è sviluppata a seguito di un controllo dell’Arpa effettuato nell’impianto di Gela, dove vengono conferiti i residui (sovvalli) del trattamento meccanico-biologico della frazione RSU effettuato dalla Trapani Servizi. È emerso, infatti, un valore oltre i limiti imposti dalla legge nazionale che regolamenta il settore.
Il regime transitorio che aveva consentito, fino all’1 gennaio scorso,di andare in deroga a questo limite non è più prorogabile, motivo per cui Gela ha stoppato il conferimento dei sovvalli provenienti dalla Trapani Servizi, provocando a catena la chiusura dell’impianto trapanese.
“La normativa nazionale che è stata applicata in questa circostanza – sottolineano i responsabili delle SRR – ha delle incongruenze che ne impediscono la piena operatività, tanto che il dirigente del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti (DRAR) della Sicilia ha deciso di inviare una nota al Ministero per chiedere una modifica legislativa che possa consentirne una corretta applicazione.
L’Assessorato regionale – proseguono – ha mostrato, in questo frangente, un ritardo nella comprensione del problema che può avere ricadute gravi per l’intero ciclo dei rifiuti siciliani. È chiaro che quello che è successo alla Trapani Servizi potrebbe accadere, domani, a tutti gli impianti TMB della Sicilia, anzi – a questo proposito – sollecitiamo l’Arpa ad effettuare i controlli anche nei siti regionali pubblici che privati”.
I Comuni del Trapanese e delle altre province siciliane i cui rifiuti venivano trattati nell’impianto della Trapani Servizi, saranno quindi costretti a conferire la frazione RSU altrove con un aggravio pesante dei costi complessivi – come ha già fatto sapere l’assessore comunale di Trapani Emanuele Barbara – che potrebbero raddoppiare fino raggiungere i 450 euro a tonnellata con un inevitabile aggravio della TARI a carico dei cittadini.