Beh, diciamo che ieri la vittoria (2-1) al Catania gliel’ha regalata il Trapani. Gli etnei non ci avevano capito nulla nel primo tempo e non riuscivano a tirare in porta, malgrado il loro offensivo 4-3-3, irretiti da un Trapani che Monticciolo schierava a sorpresa con un sistema di gioco inedito.
Tutti si aspettavano il nostro consueto 3-5-2 ed invece i granata, pur confermando gli stessi uomini della gara di domenica scorsa contro la Vibonese, si schieravano in campo con un efficace 4-3-1-2. Difesa a quattro, da destra a sinistra con Carboni, De Pace, Gonzalez e Romano. Centrocampo a tre con, da destra a sinistra, Pipitone, Marigosu e Kosovan. Cangemi in posizione di trequartista, alle spalle dei due attaccanti, Musso e Mascari.
Risultato? Il Catania non riusciva a fare breccia nella nostra area di rigore e noi li ad impensierirlo con veloci contropiede, sulle tante palle riconquistate nella nostra trequarti difensiva. E proprio su una di queste incursioni in contropiede di Pipitone, involatosi sulla fascia destra dopo avere conquistato palla con un tackle su di un avversario, è nato il rigore su Marigosu, che intelligentemente aveva seguito l’azione del compagno, inserendosi da dietro in area avversaria a dettare il passaggio: rigore netto, trasformato da Kosovan.
Primo tempo decisamente di marca granata, a parte il goal non goal dei padroni di casa, che a dire la verità a me è sembrato valido. Poi però nel secondo tempo si è spenta la luce. Abbiamo letteralmente dormito nei primi 8 minuti di gioco, subendo due reti evitabilissime, scaturite da nostre disattenzioni in fase difensiva. Non da particolari meriti del Catania.
Insomma, siamo entrati in campo senza più essere quelli del primo tempo a livello agonistico e nervoso. Emblematico il primo goal del Catania. La mezzala sinistra Palermo parte dritto da fuori area verso il secondo palo. Pipitone si limita a guardarlo, se lo fa scappare e se lo perde. E quando Carboni va a chiudere la diagonale difensiva proprio sul secondo palo, è ormai troppo tardi. Palermo insacca indisturbato o quasi.
Simile la situazione in cui subiamo il raddoppio; siamo messi malissimo in area e difatti lasciamo l’altra mezzala rossoazzurra, Rizzo, liberissima di tirare in porta, anche in questo caso indisturbata.
Poi per tutta la rimanente parte della ripresa non combineremo granché: niente più contropiede anzi, è il Catania che ne confezionerà due o tre pericolosi e ci spegniamo letteralmente, limitandoci ad un tiro dal limite di Catania, entrato al posto di Cangemi, non fortissimo e comunque respinto da un difensore avversario. Peccato, perché il Catania non ci ha mai messi veramente sotto durante l’incontro.
Ha solo approfittato delle nostre amnesie a livello mentale e del nostro calo agonistico durato tutta la ripresa.
Alcuni calciatori, vedi Kosovan, nella ripresa sono praticamente spariti dal campo, mentre alle nostre due punte non è mai arrivato un pallone giocabile. Un 6 e mezzo di stima però alla squadra granata lo voglio dare comunque, perché al cospetto della capolista non ha sfigurato.
E per larghi tratti loro hanno avuto paura di non farcela a riprenderci e poi hanno anche temuto di essere raggiunti sul 2-2, in una gara molto equilibrata, su qualche nostro colpo di coda, che purtroppo non c’è stato.
In fondo, oggi può andar bene anche così…