Si profila una denuncia della Polizia per minaccia a pubblico ufficiale, come previsto dall’articolo 336 del codice penale, la 27enne migrante di origine nigeriana che, da settimane, ha trovato riparo sotto il porticato di un palazzo in via Osorio a Trapani.
Una pattuglia della Squadra Volante della Questura è intervenuta ieri sera sul posto su richiesta di cittadini intimoriti da – hanno riferito – atteggiamenti aggressivi della giovane. È giunta anche un’ambulanza del 118 per condurla al Pronto Soccorso dell’ospedale “Sant’Antonio Abate” di Trapani, come già accaduto più volte nelle ultime settimane.
La donna, però, era particolarmente agitata e, dopo essersi rifiutata di collaborare con i sanitari – come è suo diritto fare in assenza di una dichiarazione di incapacità e di un provvedimento coercitivo disposto dal magistrato a tutela della sua salute – avrebbe rivolto epressioni improprie nei confronti dei poliziotti che hanno, comunque, deciso di accompagnarla, con l’auto di servizio, presso il nosocomio. La donna è stata visitata dai sanitari e, dopo qualche tempo, ha potuto fare nuovamente ritorno a “casa”, sotto il porticato.
L’episodio mostra, se ve ne fosse ancora bisogno, la necessità di un approccio non emergenziale – basato su segnalazioni alle quali il “sistema” non fa che rispondere sempre nello stesso modo – ma coordinato e pensato per risolvere il disagio della giovane. Senza dimenticare quello che vivono i residenti delle immediate vicinanze che, oltre alla solidarietà dimostrata, cominciano ad essere preoccupati per la propria incolumità fisica.
Ci permettiamo di sottolineare che non sarebbe certo una eventuale “collezione” di denunce a carico della 27enne a risolvere la situazione. Forse potrebbe solo toglierla da sotto gli occhi di tutti, come si fa spazzando la polvere sotto il tappeto. Ci accontentiamo di questo?